Bioremediation – una tecnologia che consente di rimuovere sostanze inquinanti e contaminanti dal suolo, stimolando le proprietà dei intrinseche batteri presenti in esso – e Nanotecnologie sono aree di ricerca estremamente attuali ed in costante sviluppo.
Invece di “limitarsi” a studiare nanofiltri con nanopori o batteri mangia-immondizia, un team di ricercatori inglesi dell’università di Nottinghman, diretti da Nidal Hilal, professore di chimica al Centre for Clean Water Technologies, ha deciso di combinare assieme le due aree di ricerca: Nanotecnologie e Bioremediation, per sviluppare un nuovo prototipo di sistema che, a loro parere, rivoluzionerà il futuro del filtraggio dell’acqua.
Secondo il modello inglese, l’acqua inserita nel sistema viene, per prima cosa, fatta passare attraverso colonie di batteri mangiatori di contaminanti e successivamente fatta defluire attraverso un vicino nanofiltro poroso. L’obiettivo, è quello di essere in grado di avere su larga scala, acqua pura, potabile e fresca da acqua marina o da acqua contaminata durante i processi industriali.
La differenza tra questo progetto ed altri già esistenti, sta appunto nell’utilizzo di batteri. I batteri mangiano i contaminanti, cosa che previene uno dei problemi più comuni: l’intasamento del filtro. In questo modo è possibile mantenere costante il flusso dell’acqua, senza dover cambiare periodicamente la membrana.
Un “felice” ed inaspettato beneficio di questo innovativo processo di filtraggio dell’acqua, è che il materiale di scarto che esso genera in forma di batteri contaminati ha un altissimo contenuto calorifico, l’ideale per essere utilizzato come carburante.
Il professor Hilal dichiara, orgoglioso: “Non sono mai state precedentemente esaminate le proprietà dei liquidi su questi ordini di grandezza. Con l’uso combinato di Nanofiltraggio e Bioremediation, il processo di pulizia dell’acqua necessita di meno energia rispetto ai processi attualmente in uso. Aggiungendo, inoltre, il fatto che il riciclo dei prodotti di scarto sotto forma di carburante permette di avere una tecnologia ancora più verde”.