Linux sul desktop non decolla? Perché è gratis

Free LinuxÈ questa la tesi di Vlad Donezal, un blogger che si definisce “Un geek interessato alla mente umana”, valsagli la menzione su Slashdot qualche giorno fa. Donezal, tra l’altro studente in psicologia, argomenta che sul valore percepito di un qualsiasi bene, influisce fortemente il prezzo di mercato.

Perché? Perché è provato che il prezzo al pubblico viene associato al valore intrinseco del prodotto – un esempio lampante è la diatriba avvenuta in Apple ai tempi di J.L. Gassèe. Perché di converso, gli esseri umani tendono a vedere con sospetto ciò che esula da logiche commerciali. Secondo il blogger dunque, anche ottenere Windows copiato rappresenterebbe per l’utente un valore aggiunto rispetto a scaricare gratuitamente una copia di Linux.


La tesi è interessante e, per quanto in ultima analisi non la condivida, ha il pregio di mostrare il problema da un punto di vista differente. Molte volte mi sono trovato in prima persona a incontrare lo scetticismo di utenti a cui ho proposto Linux, e non poche volte mi sono sentito chiedere: ma se è così valido perché è gratis?

Molto più spesso però, ho dovuto cedere ad obiezioni riguardanti le caratteristiche intrinseche dell’OS, non ultima la paura dell’incompatibilità con questa o quella applicazione, il supporto dell’hardware, l’esistenza di persone qualificate per l’assistenza e via discorrendo.

Per l’appunto, se Linux rappresentasse per chiunque una reale alternativa a Windows, Microsoft sarebbe forzata a rivedere pesantemente le proprie politiche di marketing per tener dietro all’avversario.

Il punto è che, allo stato attuale, il percorso di migrazione – vuoi per cultura, vuoi per la resistenza del quasi-monopolista, vuoi per variabili tecniche – non è alla portata che di una piccola parte degli utenti desktop, ed è comunque difficile per il signor Rossi che va a comprare il PC al figlio, distaccarsi dal “mainstream”.

Se il passaggio fosse totalmente indolore per il pubblico di massa, varrebbe lo stesso ragionamento che è valso per la musica: dal momento in cui è divenuto possibile approvvigionarsene gratuitamente via mp3-P2P, le major hanno dovuto rivedere i loro prezzi.

Insomma, l’influenza del prezzo sul prestigio, entro certi limiti, ha il suo peso: a patto però che si parli di prodotti del tutto analoghi o di politiche di prezzo differenti applicate allo stesso prodotto.

Saltare a piè pari questo fattore, produce inevitabilmente un’analisi parziale. Non a caso la comunità Linux, lungi dal tentare di farne un prodotto commerciale, sta procedendo nella direzione della semplificazione, affinché lo scontro con Windows sia sempre più ad armi pari.

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