Sembra che i timori di Markingegno fossero fondati dato che Enrico Paolini, vicepresidente di ENIT (Ente del Turismo Italiano) in una recente intervista ad Altroconsumo, ha confermato ufficialmente che ENIT ha ricevuto l’incarico di riavviare il progetto Italia.it
Non pago, dunque, della pessima figura, nazionale ed internazionale che il portale del turismo italiano ha portato al paese e non soddisfatto dello sperpero di denaro pubblico sinora perpetrato, il governo pare non volersi dar per vinto.
Con quali soldi si produrrà il nuovo portale? 21 milioni di euro, già stanziati per Italia.it, finiranno nelle casse delle regioni che a loro volta sosterranno il nuovo progetto, come l’araba fenice, risorto dalle ceneri di “Sviluppo Italia”.
ENIT, tuttavia, riceverà anche iniezioni di denaro fresco ancora nelle disponibilità del Ministero, per la precisione 9 milioni di euro per “riavviare il portale”. Paolini non si sbilancia sui nomi delle società a cui verrà affidato lo sviluppo tecnologico (IBM per il “vecchio” Italia.it) e respinge al mittente qualsiasi critica o ironia, sottolineando che ENIT, occupandosi da sempre di turismo, è perfettamente in grado di riuscire dove altri hanno fallito. Ma dov’era ENIT mentre il portalone naufragava? Non sarà forse che, in prossimità delle elezioni e prima che il presente governo lasci il timone, le regioni – Enrico Paolini è tra l’altro vicepresidente e Assessore Regionale per il turismo della Regione Abruzzo – rivendicano la loro fetta di torta?
Io faccio ancora molta fatica a comprendere l’ordine di grandezza di quese cifre. Occorrono davvero 30 milioni di euro per realizzare (anzi, rilanciare) un portale nazionale per il turismo? Soprattutto ritengo che, rispetto alla precedente iniziativa, poco cambi nelle dinamiche progettuali e il rischio che si ripeta, seppur non nelle stesse disastrose proporzioni, il danno già verificato, mi pare davvero alto.
Ricordo che mesi fa si tenne Ritalia Camp, il quale, oltre ad essere un bellissimo momento di aggregazione e partecipazione, fu anche una fucina di idee e riflessioni provenienti da stimati operatori del settore. Non mi risulta che, ad oggi, quelle proposte e il frutto di quel lavoro siano state ufficialmente prese in qualche considerazione dalle istituzioni, anzi, i cittadini sono stati zittiti perchè “non sono affari loro“.
La curiosità per questa operazione di (costosa) rianimazione sono tante, vedremo nei prossimi mesi l’evolversi del progetto, a cominciare dai nomi delle società che saranno coinvolte nello sviluppo.