Nell’analisi dedicata al primo mese di browser ballot screen, abbiamo constatato che i guadagni delle piattaforme alternative avvengono perlopiù a spese di IE. Il browser di casa Microsoft continua infatti a perdere lentamente quote, mentre i concorrenti crescono più o meno in proporzione della loro notorietà presso il grande pubblico.
Ecco che a capitalizzare i migliori guadagni dopo il primo mese di ballot screen, è quel Google Chrome che vediamo spesso promosso con campagne banner e altre promozioni. Fanalino di coda è Opera, la cui crescita si attesta ad un tutto sommato modesto 0,02%.
Veniamo agli ultimi fatti: come racconta The Register, negli ultimi giorni Opera ha avuto da lamentarsi, a causa del fatto che il browser ballot screen richiederebbe, in casi molto specifici (IE settato come default browser, tuttavia mai utilizzato prima dell’attivazione del ballot screen), una lunga serie di schermate per il setup di IE prima di arrivare alla pagina in cui si sceglie il browser.
Che reputiate o meno piuttosto pretestuosa questa nuova presa di posizione di Opera, un grafico mostra che le preoccupazioni della software house norvegese non trovano corrispondenza nei numeri.
Il grafico (sviluppato su dati di NetMarketShare) mostra le variazioni della quota di mercato di ogni singolo browser, mese su mese, espresse come percentuale della quota detenuta il mese precedente. Il grafico non è quindi influenzato dal peso effettivo di ogni singola quota, ma mette in luce le variazioni più chiaramente di un grafico recante valori assoluti (una linea piatta significa una crescita/decrescita costante).
In attesa di analizzare questo grafico alla luce dei rilasci delle singole versioni di ogni browser od OS, è interessante verificare che, col lancio del ballot screen, tutti i browser alternativi hanno subito un’impennata, a volte in totale controtendenza con il trend precedente.
A parte la più o meno stratosferica crescita di Chrome, le cui radici vengono da lontano, il “salto” del ballot screen è stato estremamente significativo per Safari, mentre ha portato analoghi incrementi percentuali a Firefox ed Opera – ovviamente partendo da valori assoluti molto diversi, 2% circa per Opera, 24% circa per FF.
La concorrenza si fa dunque molto serrata anche fra i browser alternativi, e di certo nei risultati di Opera o Firefox dopo il ballot screen, pesano gli exploit di Chrome e Safari.