Non c’è niente di più frustrante che scoprirsi meno furbi di quanto ci si credesse. Dev’essere stata questa la sensazione provata da Michelle Madigan, associate producer di Dateline NBC, quando ha cercato di infiltrarsi al DEFCON-15, la più importante convention di hackers americana che si tiene ogni anno a Las Vegas.
La rampante reporter, certa di sorprendere qualche losco hacker intento in attività criminali, per farne poi l’oggetto di un’ennesima campagna di denigrazione, si è munita di telecamera nascosta ed è partita alla volta dell’Hotel Riviera di Las Vegas.
“Gli abitanti del Kansas vorrebbero sapere che succede al DEFCON!” pare abbia detto prima di partire, carica di senso civico e voglia di servire la patria.
Avrebbe forse preferito mangiare un chilo di sabbia piuttosto che uscire di casa, se qualcuno le avesse riferito che, mentre prendeva l’aereo, al DEFCON stavano già proiettando una sua fotografia accompagnata dalla didascalia “Have you seen me?”.
C’è da dire che il DEFCON è annualmente frequentato da agenti dell’FBI in incognito, anche loro intenti a carpire i segreti inconfessabili del mondo dell’hacking: per questo in ogni edizione si svolge un gioco collettivo chiamato “Spot the Fed”, che consiste per l’appunto nel beccare il federale travestito da hacker.
Per l’occasione il gioco è stato trasformato in “Spot the undercover reporter” e a recitare la parte della vittima si è trovata proprio l’inconsapevole Michelle Madigan, a cui non è restato altro da fare che volatilizzarsi in un tripudio di pernacchie. Che brillante esempio di giornalismo investigativo! Cronisti del genere, se non ci fossero, andrebbero inventati. Chi, altrimenti, metterebbe a rischio la vita per intrufolarsi in incognito in una convention ad accesso libero?
Hackers spernacchiano la cronista d’assalto
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