C’era una volta un’epoca in cui “omologazione” era una parola sconosciuta al mondo informatico, il cui tratto più caratteristico era viceversa quello di svilupparsi in modo anarchico e incontrollato.
È questa una caratteristica che comprensibilmente attrae più l’appassionato che l’utente comune o ancora peggio il professionista che cerchi nel computer l’utilità o la funzione. Gli stessi appassionati di oggi, quando, da semplici utenti, dovevano ricorrere alla magia nera per portare dati da un computer all’altro, non erano poi così entusiasti.
D’altronde la nostalgia è canaglia, e degli standard, specialmente quelli de facto – spesso risultato di pratiche anticoncorrenziali – ci si annoia presto. Niente di meglio dunque che gustarsi una pillola di retrocomputing in un normale martedì pomeriggio, e ricordare i bei tempi che furono, sorvolando su grattacapi e note stonate.
Veniamo all’oggetto di questa pillola, un antesignano del moderno concetto di portatile, rilasciato in un’epoca in cui la gran parte dei computer non desktop era per decenza definita “trasportabile”: lo Zenith Minisport (1989).
Equipaggiato con il “glorioso” 80C88 a 4.77/8 Mhz, con 1/2 MB di RAM, grafica CGA su schermo LCD monocromatico e DOS 3.3 (su ROM), il Minisport pesava appena 2,7 Kg e veniva offerto senza hard disk, ma con lettore floppy da 2″ – un formato nato per accompagnare le prime fotocamere digitali e portato nel mondo PC dalla sola Zenith.
La funzione dell’hard disk era riassunta da un RAM Disk alimentato da una batteria dedicata, mentre i floppy da 2″ (qui sotto fotografati in confezione brandizzata Italia ’90!) contenevano ben 720 KB di dati – l’equivalente di un 3.5″ DSDD formattato in FAT12 da MS-DOS. Oltre che difficilmente reperibili, questi floppy avevano costi esorbitanti, motivo per cui nelle successive versioni cedettero il posto ad un HD da 2.5″.
Altra chicca: il Minisport poteva inviare dati a sistemi MS-DOS senza che in questi fosse necessario installare alcun software client, tramite porta seriale o parallela: al sistema collegato bastava utilizzare il comando DOS CTTY seguito dall’identificativo della porta utilizzata.
Tutto questo ben di Dio per la dopotutto modica somma di $ 1.995 nella versione da 1MB – il lusso di avere 2 MB di RAM costava allora circa 800 dollari in più…