Una ricerca della società di analisi M2 Research ha individuato all’interno della forchetta tra 18 e 28 milioni di dollari i costi di produzione di un videogioco Tripla A di nuova generazione. Il dato si riferisce a un progetto multi-formato, quindi avente bisogno di tecnologia che si adatti all’hardware di PC, PlayStation 3 e XBox 360.
Un videogioco in esclusiva per uno dei tre formati, invece, costerebbe, secondo la ricerca, 10 milioni di dollari. Si tratta di cifre medie, perché ci sono dei prodotti che vanno anche al di là di questa soglia. Secondo dei dati non ufficiali, ad esempio, Gran Turismo 5 sarebbe costato a Sony circa 60 milioni di dollari (vedi qui).
Lo sviluppo di Gran Turismo 5 è stato molto travagliato e complessivamente è durato sei anni. Probabilmente il gioco è tornato in fase di progettazione diverse volte, anche per colmare il gap che negli anni si è generato con i giochi della serie Forza Motorsport, sempre più affinati. Inoltre, Gran Turismo 5 introduce delle tecnologie che nella storia della serie non sono mai apparse, come il motore fisico, il nuovo motore grafico capace di sfruttare l’hardware di PlayStation 3 e altri sistemi, come quello di tracciamento dei movimenti della testa dei giocatori basato sulla telecamera EyeToy.
Altro gioco costosissimo è Call of Duty Modern Warfare 2 (vedi qui). Anche in questo caso, sempre secondo cifre non ufficiali, i costi di produzione si aggirerebbero sui 40/50 milioni di dollari. In questo caso non si è trattato soprattutto di investimenti sulla tecnologia, visto che lo sviluppatore Infinity Ward la migliora nel tempo ammortizzandone i costi.
Modern Warfare 2, piuttosto, è un gioco che necessita di tanto beta testing, basandosi soprattutto sul multiplayer, per individuare i giusti equilibri di gioco. Inoltre, i videogiochi di nuova generazione hanno dei costi che potremmo definire di ‘tipo cinematografico’: basti pensare che la colonna sonora di Modern Warfare 2 è composta da Hans Zimmer, che da molti anni lavora a Hollywood.
I 40/50 milioni di dollari per produrre Modern Warfare 2 sono tanti? In senso assoluto si, ma se si guarda alle entrate che il gioco ha consentito ad Activision Blizzard ci si rende subito conto del perché l’industria è in trend positivo. Modern Warfare 2 ha consentito, infatti, entrate per oltre un miliardo di dollari, una cifra considerevole se si considerano, a questo punto, i bassi costi di produzione.
Certo non tutti i giochi portano guadagni così alti, ma non tutti i giochi costano così tanto. Stefano Carnevali ha realizzato nei giorni scorsi un’intervista a David Cage, il creatore di Heavy Rain, che ci ha svelato che il costo per produrre il videogioco è stato decisamente inferiore ai 28 milioni di dollari di media che servono per produrre un gioco Tripla A.
Anche Heavy Rain è un progetto ambizioso con tante voci di spesa. Contiene, infatti, tantissimi elementi cinematografici. La colonna sonora, ad esempio, è stata composta dall’Orchestra Filarmonica di Londra, mentre tutte le animazioni sono realizzate in Motion capture basandosi sui movimenti di attori reali.
A queste voci di spesa, poi, bisogna aggiungere i costi per la promozione. Il marketing è fondamentale ormai in tutte le industrie, a maggior ragione in una che è costantemente basata sull’hype come quella dei videogiochi. Bisogna pubblicizzare il gioco in tutte le fasi, dal momento dell’annuncio alla pubblicazione delle prime informazioni sulle riviste di riferimento, dalle presentazioni nei vari eventi internazionali al lancio vero e proprio. E anche dopo con i vari DLC, patch e seguiti vari.
Una delle campagne di promozione più grandi dell’ultimo periodo è stata quella di BioShock 2 (forse perché il gioco è carente in alcuni elementi?). A Milano, ad esempio, è stato allestito un Bio-Van griffatissimo con i loghi di BioShock 2.
Sono tutte rose e fiori quindi? L’industria, dopo aver resistito egregiamente in un primo momento, ha patito in realtà la crisi internazionale, oltre che la flessione nelle vendite dovuta all’invecchiamento delle console di nuova generazione, che sono ormai sul mercato da diversi anni.
Solamente nel 2008 ci sono stati 11 mila licenziamenti nell’industria dei videogiochi e nel 2009, benché non ci siano ancora cifre precise, il numero dei licenziamenti è ancora più alto. Molti team sono stati definitivamente chiusi, come Pandemic Studios, alcuni studio interni a Midway, 3D Realms, Ensemble Studios, Free Radical, tanto per citarne alcuni in ordine sparso.
L’industria porta entrate consistenti ma è anche estremamente competitiva. Gli studio che non hanno idee nuove e che non hanno progetti in corso vengono chiusi. Nessun produttore, infatti, riesce a mantenere uno studio che non è impegnato su qualcosa che suscita l’interesse dei giocatori.