Fino a 2-3 anni BlackBerry era visto come un marchio dedicato solamente all’utenza business, con prezzi e canoni stilistici adatti solo a un pager aziendale e ben lontani dai gusti e dalle tasche dell’utenza consumer. Da allora si sono susseguite tutta una serie di mosse da parte della canadese RIM per portare i suoi BlackBerry sempre più vicini ai gusti dell’utenza consumer: BlackBerry Storm è stato forse il segnale rivelatore più evidente di questa rinnovata strategia.
L’utenza consumer ha sempre dimostrato di essere sensibile ad alcuni tasti, a volte poco legati alla tecnologia pura e invece molto più emotivi e poco razionali. Mi ha sempre stupito il successo avuto da Nokia a cavallo del passaggio di millenio con terminali molto semplici e con funzioni base, ma dotati di ampie possibilità di personalizzazione. Il Nokia 3310 incarna, secondo me, al meglio questo concetto offrendo compositore per le suonerie e cover intercambiabili in primis, su un hardware semplice, con display monocromatico.
Nel periodo in cui ero studente universitario era un modello diffusissimo, così come lo erano le cover non originali ad ogni angolo della strada. Dopo quegli anni il focus dell’utenza si è spostato maggiormente su aspetti tecnologici: la possibilità di riprodurre dapprima musica poi video, la memoria interna, l’interfaccia touchscreen, fino ad arrivare alla amplissima gamma di terminali che ognuno può toccare con mano entrando in un negozio di cellulari.
La personalizzazione si è gradualmente spostata dall’esterno all’interno dei cellulari e il successo (che a volte razionalmente non mi spiego) dei servizi che offrono sfondi, suonerie, temi, è sempre lì a dimostrarlo.
Ormai qualsiasi cellulare permette di modificare alcuni particolari dell’interfaccia, dalla musica che ci sveglia al mattino a quella che ci avverte di una chiamata in arrivo della fidanzata, dalla foto che fa da sfondo al menu a quella dello screensaver.
Spesso si tratta di contenuti preconfezionati, magari venduti con il truffaldino sistema del “ti regalo la suoneria, ma tu ti abboni a un inutile servizio da 5 euro a settimana”, in altri casi è invece possibile metterci mano in modo semplice, accessibile a tutti gli utenti.
Mi ha stupito che anche BlackBerry facesse parte di quest’ultima schiera: l’ho sempre percepito come un marchio professionale, di quelli per cui trovi una soluzione per tutto, ma a pagamento. Il programma che permette la personalizzazione e la creazione di temi per gli smartphone BlackBerry è invece gratuita e disponibile semplicemente registrandosi sul sito dedicato agli sviluppatori.
In una apposita sessione tecnica di un’ora ci è stata data la possibilità di cimentarci con la piattaforma e ho scoperto che la cosa è più semplice di quanto pensassi. Immagini, posizione e effetti delle icone, comandi, transizioni è tutto a facile portata di mano e anche per un inesperto di grafica come me è stato possibile abbozzare il tema di Hardware Upgrade per BlackBerry.
Naturalmente per arrivare a qualcosa che sia almeno decente e pubblicabile ci vuole ancora un po’ di lavoro e un po’ di training da parte di qualcuno che sia un po’ più avvezzo alla grafica. Risultati più o meno convincenti a parte volevo però condividere con voi qualche riflessione e chiedere il vostro parere.
La personalizzazione “alla portata di tutti” può essere ancora oggi un aspetto vincente nel mercato della telefonia? Secondo me non è così vincente nell’attrarre nuovi clienti, come invece può essere la navigazione gratuita lanciata da Nokia, che ha sicuramente un grande appeal, ma può invece consolidare la base utenti di RIM. Un’interfaccia ottimizzata alle proprie esigenze, in grado di “cucire addosso” lo smartphone agli utenti, potrebbe essere un buon motivo per non lasciare una certa piattaforma al momento del cambio del cellulare.
La possibilità, in modo semplice, di portare il proprio tema, dove ormai si sa a memoria la disposizione di ogni oggetto, sul nuovo cellulare, abbassando di netto il tempo di adattamento al nuovo terminale potrebbe essere una spinta a rimanere fedeli al marchio.
Mi chiedo poi se possa avere un senso anche in ambito aziendale questo tipo di personalizzazione: loghi, contentuti posizionati ad hoc, potrebbero ad esempio equipaggiare i terminali della forza vendita, per rendere più facile l’uso agli agenti e per “mostrare” il brand ai clienti, passando la percezione di una azienda al passo coi tempi.
Voi cosa ne pensate?