Per lavoro faccio lo sviluppatore web, non è una novità, e uso due monitor 1280×1024: il perché è semplice: mi serve spazio sul desktop perché ho molte applicazioni che girano contemporaneamente (posta, browser, editor di codice, editor di css, a volte photoshop, interfaccia verso il database, sessioni remote, eccetera) e perché per me è molto veloce sviluppare codice su un monitor e refreshare sull’altro per vedere il risultato. A casa devo accontentarmi di un monitor solo, ma ci sto lavorando :)
Al mio collega è arrivato un 16:10 da 22 pollici, e siccome nessuno li usa il mio capo vorrebbe darmi due widescreen 1440×900. Questo il preambolo lavorativo. Poi ci sono le nuove generazioni di smartphone, che servono a soddisfare un bisogno sempre più primario di connettersi ovunque: Iphone in primis (480×320 quando è orizzontale) solo per citare il più in voga, ma sto parlando di tutti i nuovi telefonini di fascia alta (Nokia N95 320×240, sempre in orizzontale) e dei piccoli tablet (N810 , sempre Nokia, 800×480 4,13 pollici). E in ultimo abbiamo recentemente assistito all’ascesa dei subnotebook, ovviamente Asus EeePC su tutti (800×480, ma 7 pollici).
Il filo conduttore del discorso è la discesa dei prezzi della tecnologia dei display, che vale nelle TV ma vale altrettanto (o forse più) nei computer, dove con “computer” intendo un’accezione molto ampia del termine. Al giorno d’oggi è infatti possibile portarsi a casa un monitor da PC 24 pollici a un prezzo abbastanza umano. Da una parte noto una forma di gigantismo unita a una standardizzazione del formato widescreen nei monitor per desktop, dall’altra parte una spinta all’aumento della risoluzione ma non nelle dimensioni nei dispositivi portatili. C’è un problema di fruizione secondo me: più spazio sul desktop significa più elementi, e in una pagina a layout fluido anche più contenuto: pensiamo a un editor di testo semplice, che va a capo quando “finisce” lo schermo. Lo inizio a editare a casa su un monitor mastodontico, lo salvo e lo riapro in treno sull’EeePC e quando arrivo in ufficio su un monitor medio. Oppure di mezzo di mettiamo uno smartphone. La fruizione del contenuto dello schermo passa anche dalla definizione di punti di riferimento, se non certi almeno familiari; “mi ricordo che la frase che cerco partiva dopo un A CAPO con molto spazio bianco”. si ma su che monitor? e ora dov’è questo paragrafo?
Non penso ovviamente a uno standard, lungi da me, ma questo proliferare di formati (VGA, XGA, QVGA, QQVGA, HQVGA…) è dannoso per la nostra fruzione dei contenuti. Oltre che per chi come me deve sviluppare un sito e pensare a come non far sparire parte della pagina nella maggior parte possibile di schermi (“mi baso su 1024 o su 900 in altezza?”). Sono troppo integralista?