Il 31 dicembre 2007 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto-Legge numero 248, cosiddetto “mille proroghe”. Tra i numerosi termini e scadenze che sono stati aggiornati, anche quelli del controverso Decreto Pisanu, del 27 luglio 2005.
Si, proprio quello che sanciva, tra l’altro, l’obbligo da parte degli internet café ed Internet Service Provider, di richiedere in primis una licenza al Questore competente, per svolgere la propria attività, e poi di conservare i dati relativi al traffico telefonico o telematico per almeno un anno [Data retention].
Tralasciamo l’aspetto politico della vicenda, infatti il Decreto Pisanu era stato approvato da un Governo di centro-destra e contestato dai rappresentanti del centro-sinistra che oggi lo hanno prorogato senza alcuna modifica. Ma questa non può essere neppure considerata una delle contraddizioni più stridenti della politica dei nostri giorni; ve ne sono di peggiori.
Fa specie piuttosto, il fatto che una legge analoga approvata in Germania susciti una reazione veemente, tanto da parlare di “legge Big Brother“, e di portare circa trentamila persone a richiedere che sia dichiarata incostituzionale, invece qui da noi, la notizia è passata in secondo piano, soffocata da ben più pressanti priorità.
La questione è delicata, perché il provvedimento è motivato dall’esigenza di adottare misure contro potenziali atti terroristici. L’Italia deve adeguarsi alla direttiva Europea 2006/24/CE, avrebbe potuto prendere tempo fino al 2009, invece ha deciso di farlo entro il 2007.
Il problema è che i costi di queste presunte misure antiterroristiche ricadono sulle spalle delle aziende di telecomunicazioni, telefonia e anche piccoli Internet Service Provider, e soprattutto bisogna valutarne l’efficacia. Scarsa o nulla per i detrattori del decreto Pisanu.
La sensazione è che questa proroga sancisca un sostanziale nulla di fatto in attesa di affrontare in maniera compiuta il problema, un nulla di fatto che si traduce nel mantenimento di elevati e probabilmente ingiustificati costi di immagazzinamento dei dati da parte degli operatori, il tutto in una economia che gira a rilento.
La questione data retention va regolamentata, lo richiede la Comunità Europea, ma va fatto con criterio ed attenzione. Speriamo entro il 2008.