Da qualche mese a questa parte, la memoria flash e RAM è spinta sempre più insistentemente nel mondo dello storage di massa per ricoprire ruoli in cui i colli di bottiglia rappresentati dalla velocità e dal consumo dei tradizionali hard disk, sono particolarmente critici. Così da qualche tempo vediamo comparire soluzioni di caching avanzate, sia su piastra madre che su hard disk, gradino intermedio, e di ancora dubbia utilità – come il sottoscritto ipotizzava mesi fa, catalizzando il solito sciame di flame da parte delle migliori menti informatiche italiane – verso il momento in cui soluzioni interamente basate su memoria veloce, raggiungeranno costi accettabili.
Anche in questo campo, a rifletterci bene, ci sarebbe spazio per un’innovazione architetturale di qualche rilievo, a patto che i soliti ignoti riescano a mettersi d’accordo. Immaginiamo un computer, o anche un laptop, che rechi sulla scheda madre uno slot standard per memoria veloce. Immaginiamo che questo slot sia popolabile da schede di memoria di dimensione variabile, contenenti magari sistemi operativi preinstallati e pronti a girare, che nel momento dell’installazione creano una partizione nascosta sull’hard disk tradizionale – a cui comunque si riserva il ruolo di storage di massa – per situazioni di emergenza.Non sarebbe questo uno scenario evolutivo ottimale, in attesa di un calo massiccio dei costi per gigabyte di RAM/Flash? Non eliminerebbe alla radice il “tarlo” insito in soluzioni di caching avanzato, che legano gli aumenti più consistenti di prestazioni a circostanze d’uso molto specifiche e difficilmente riproducibili?
Una scheda da 5Gb sarebbe sufficiente per contenere una versione molto più che basilare di Linux, con un ragionevole spazio per lo swapping. Con una quindicina di giga si potrebbe ospitare praticamente qualunque OS oggi in circolazione, con benefici immediati sulla velocità operativa e sul consumo; con più memoria si potrebbe ricavare anche spazio per le applicazioni di uso più frequente.
A livello di industrializzazione questa piccola rivoluzione richiederebbe la creazione di un formato standard per lo slot e la scheda di memoria, ma renderebbe la transizione fra storage tradizionale e storage basato su memoria veloce, molto più soft: al raggiungimento della parità dei costi il primo andrebbe a sparire senza sconvolgimenti architetturali dell’ultimo momento.