I vertici di eBay hanno fatto sapere che stanno pensando di abbassare considerevolmente le tariffe applicate ad inserzioni e transizioni. Venditori e compratori se ne stanno andando dal portalone delle aste per cercare nuovi luoghi d’incontro, specialmente negli USA, dove la sezione dedicata alle aste di Amazon.com spopola. La notizia è semplice, mentre le reazioni suscitate e i commenti sono invece molteplici e più complessi. Una cosa accomuna tutti, la considerazione che tale mossa non sia poi così intelligente, e probabilmente a ragione.
Gli analisti di Wall Street non la prendono bene la notizia, gli azionisti nemmeno, tuttavia anche senza ritoccare il listino delle commissioni, eBay in borsa non è vista con lo stesso occhio di qualche tempo fa dagli investitori. Il portale di aste online più famoso del mondo rimane pur sempre l’attività principale di eBay per introiti, nonostante la società sia impegnata in molti altri affari (tanto per citarne alcuni: Skype, Paypal, Joost ), e un significativo abbassamento delle tariffe comporterebbe un significativo abbassamento di guadagni, e quindi dividendi, della società. Abbassare significativamente le tariffe delle aste su eBay, significherebbe quindi diminuire notevolmente le entrate della compagnia e conseguentemente i dividendi agli azionisti.
Tuttavia il nocciolo della questione non è questo: quasi tutti concordano infatti che eBay soffre di ben altri problemi.
Secondo un gran numero di utenti, la qualità del servizio troppo bassa e l’assistenza molto spesso lacunosa, e politiche di gestione decisamente poco popolari (come l’azzeramento dei costi delle inserzioni nei giorni in cui gli utenti indicono “scioperi” dell’utilizzo del portale) a fronte di tariffe che da agosto 2006 sono diventate complessivamente parecchio onerose.
Pare inoltre sia cambiato il modo di comprare sul web, vi sono nuove esigenze, che il collaudato eBay non rispecchia più.
Comprare sul web, sta diventando una pratica consolidata, non è più un gioco o un esperimento. Gli utenti che hanno voglia di “giocare” al rialzo, rischiando di non riuscire ad acquistare il prodotto desiderato sono sempre meno. La gente, essendo meno diffidente nei confronti del web in genere, non è più legata a pochi siti di cui si fida, quindi i prodotti li cerca su Google e non più su eBay.
Insomma se eBay abbassasse le tariffe ne saremmo sicuramente tutti contenti, ma la convinzione generale è che non basterebbe questa mossa da sola ad invertire la tendenza. Il portale che, con la sua nascita reinventò il modo di intendere la compravendita ora deve reinventare se stesso, se vuole rimanere al passo con i tempi.