Secondo una stima pubblicata da Repubblica, l’eco-affare dell’energia rinnovabile piace molto, soprattutto ai ladri di pannelli fotovoltaici.
Nel 2008 i furti di pannelli sarebbero stati più di 100 mila, con un valore complessivo della refurtiva di circa 100 milioni di euro e le stime per il 2009 sono in aumento.
Inizialmente i furti riguardavano solo grandi impianti e il colpo più grande risale al 2007, quando un campo fotovoltaico di proprietà dell’Enel, nel salernitano è stato depredato di 7000 pannelli.
I pannelli non possono essere riutilizzati in Italia, poiché al momento dell’allaccia a ogni pannello viene assegnato un codice univoco che ne permette l’immediata rintracciabilità una volta ricollegato alla rete in altra sede, per questo vengono rivenduti in Nord Africa, area che attualmente sta conoscendo una forte crescita del mercato delle rinnovabili, a prezzi considerevolmente più bassi rispetto al valore di mercato italiano. Un pannello che in Italia ha un prezzo di acquisto di 700 euro in Africa viene rivenduto per soli 200.
L’ENEA consapevole del problema ha ideato un sistema anti-furto dedicato al fotovoltaico.
L’ente ha infatti brevettato una tecnologia che permette di integrare un segnalatore GPS all’interno del pannello, indissolubile dalle lamine che lo compongono, a meno che di non rompere in modo irreparabile il pannello stesso.
C’è poi una soluzione ideata da MARSS s.r.l. che prevede una tecnologia a rilevazione ottica, capace attraverso l’analisi della luce vagliata da un complesso algoritmo, di rilvevare qualsiasi tentativo di spostamento, distaccamento e mascheramento del pannello, lanciando immediatamente l’allarme.
I furti riguardano il 6% del totale installato, una percentuale non alta in assoluto, ma nemmeno indifferente, quindi chi ha intenzione di investire in questo settore è meglio che consideri delle contromisure.