Dopo la notizia dell’accordo fra Microsoft e Yahoo, riprendo brevemente il tema per commentare le primissime reazioni del mercato. Per prima cosa diamo uno sguardo a quanto accaduto in occasione della prima offerta Microsoft, poi rifiutata, di $ 44,6 bn per l’acquisizione di Yahoo:
La reazione sul fronte Microsoft, è piuttosto negativa, con una perdita che orbita attorno al 10%. Di tutt’altro segno quella che riguarda Yahoo, il cui titolo registra un incremento del 30% circa.
La lettura del mercato è in effetti unanime: per Yahoo, almeno dal punto di vista finanziario, l’offerta di Microsoft è assolutamente allettante. La crisi economica non è ancora conclamata, Yahoo è un player sempre più marginale nel mondo della ricerca e l’interesse di Microsoft rappresenta un’ottima via di fuga dal trend negativo che coinvolge i conti del n° 2 della ricerca.
Passiamo quindi ad osservare la reazione che riguarda l’operazione ufficializzata ieri:
La lettura del mercato stavolta sembra coerente con alcune analisi circolate subito dopo la diffusione del comunicato stampa: tante belle intenzioni ma poca “ciccia”. Microsoft tiene, Yahoo dopo qualche effervescenza nei giorni immediatamente precedenti, crolla.
Va specificato che si tratta di letture di breve periodo, che nulla hanno a che vedere con la capacità delle due aziende coinvolte di mettere a frutto le potenzialità della partnership nei tempi che saranno necessari.
Un dato sembra tuttavia emergere: indipendentemente dagli esiti pratici, il mercato non avrebbe probabilmente perdonato al colosso di Redmond un’esposizione così forte a fronte di sinergie da valutare attentamente e notevoli sovrapposizioni, particolarmente al chiarirsi – pochi mesi dopo la prima offerta – della portata e gravità della congiuntura economica mondiale.
Con il positivo lancio di Bing, attorno cui va concentrandosi l’interesse di un mercato che probabilmente inizia a cercare alternative allo strapotere di Google, e – va ricordato – col “provvidenziale” rifiuto di Yang, Microsoft ha avuto l’occasione di tornare sull’accordo da una posizione di forza, con un’esposizione molto inferiore e, soprattutto, più vincolata ai risultati.
Fonte dei dati: Yahoo Finance