Nella storia del gaming, pochi sviluppatori sono riusciti nell’impresa di definire uno stile, nel senso più nobile del termine, attraverso una produzione coerente con canoni estetici riconoscibili. Fra questi ricordiamo Psygnosis, che ha portato nel mondo videoludico le forme aliene di Roger Dean o la Delphine, che ha fatto dello stile di Another World e Flashback un tratto indelebile nella storia del gaming.
In questo nuovo incontro della rubrica settimanale dedicata ai feticisti dell’epoca più analogica del mondo digitale, ci dedicheremo spazio a uno sviluppatore software che ha lasciato nella storia videoludica un segno metallico, cromato e quasi gotico nella complessità delle forme: i Bitmap Brothers, creatori di capolavori del calibro di Xenon, The Chaos Engine, Gods e per l’appunto la serie Speedball, di cui parleremo oggi.
Come tutti i titoli – almeno i più riusciti – dei Bitmap Bros, Speedball e Speedball 2: Brutal Deluxe concentrano un livello di giocabilità e di longevità sorprendenti e un look che rimane impresso negli ormai ultratrentenni estimatori di Amiga e Atari ST.
Un look reso sfruttando a pieno le potenzialità grafiche delle piattaforme home a 16 bit, e in particolare quelle dell’Amiga, architetturalmente superiore alla controparte Atari, particolarmente nel comparto grafico.
Il gioco consiste essenzialmente in una versione iper-violenta e iper-veloce della pallamano: l’armatura metallica degli atleti lascia da subito presagire un livello di contatto fisico al confronto del quale l’hockey su ghiaccio è uno sport da femminucce. Il tutto ovviamente in un contesto grafico in cui domina l’acciaio cromato, dalla pallina ai bordi del campo, in ossequio all’integrità fisica dei giocatori.
In campo entrano due squadre armate fino ai denti, controllabili sia da due giocatori, sia da un singolo contro il computer in modalità torneo. Inutile ricordare a chi lo ha giocato che, sebbene il gioco sia straordinario di per sé, la modalità multiplayer (competitiva) crea vera e propria dipendenza.
Se il primo titolo della saga mostra già grandi promesse, è col secondo, Brutal Deluxe (1990), che il vero potenziale del gioco viene fuori: più velocità, più violenza e un gameplay raffinato rispetto al predecessore, che aggiunge longevità e divertimento, in singolo e multiplayer, rispetto alla ricetta originale. E, neppure a dirlo, una grafica migliorata, ancora più cromata e complessa, per mettere alla frusta la CPU 68000 e i custom chip che hanno reso leggendaria l’architettura hardware del sistema concepito dal team di Jay Miner, fra cui ricordiamo quella mente geniale che è R.J. Mical.
Il successo della serie Speedball si estende presto e notevolmente sulla scorta di un notevole successo: nato sull’Amiga nel 1988, il gioco viene presto portato sulle maggiori piattaforme HW dell’epoca, fra cui appunto Atari ST, MS-DOS, C64 oltre alle più famose console.
Un sequel per Playstation, intitolato Speedball 2100, viene rilasciato nel 2000 ma non convince la stampa e gli aficionados, i quali rimangono attaccati alla ormai flebile speranza che un nuovo progetto di sequel, Speedball 2 Tournament, annunciato per il 2007, venga rilasciato prima o poi dal nuovo team di sviluppo, Kylotonn.