Non esiste un periodo migliore di questo per pubblicare un pensiero che da qualche giorno mi frulla per la testa. In questi giorni, si sa, andiamo scoprendo frammenti di verità inquietanti sulla gestione del sistema della comunicazione, un sistema che, pur nell’apparenza plurale e complesso, si presta ottimamente al subdolo intervento di “timonieri” occulti.
Dall’altro lato della barricata, una delle differenze più evidenti è la non uniformità delle notizie. Sembra sciocco da dire, e probabilmente molti di voi, abituati da sempre a fruire della sola rete per approvvigionarsi di notizie, lo troveranno naturale, ma è strano verificare che, mentre TV e giornali si rimbalzano, in un cortocircuito perverso, le identiche notizie nelle stesse scansioni temporali, sulla rete ci sono milioni di fonti che affrontano miliardi di argomenti diversi. Nello stesso, preciso istante.
Se oggi compero in edicola il Corriere e trovo una notizia riguardante il soggetto X dello schieramento Y, posso quasi automaticamente dedurne le posizioni de La Repubblica, Il Giornale, Il Foglio, Il Manifesto etc. È un lavoro che un domani si potrà anche automatizzare con dei motori semantici creati ad hoc: butti dentro un fatto irrilevante e quello te lo sputa fuori in 5, 6, 10 diverse letture, con polemiche, notazioni e stile adeguatamente differenziato.
Insomma, quello che i pionieri della rete hanno scoperto e che io, da parziale fruitore dei media tradizionali e grande utente di Internet, scopro ogni giorno assieme a voi, è che il filtraggio operato dai media tradizionali, che isolano sempre le medesime porzioni di realtà, costruendo un sistema che in qualche modo è un sottoinsieme riveduto e corretto del mondo, su Internet non ha luogo.
La disponibilità di un numero enorme e non filtrato di fonti sulla rete, ci mette davanti un panorama a 360° in cui certo è difficile orientarsi e spesso, come il prof. Eco non si stanca di ricordare, è anche difficile distinguere il falso dal vero, il rilevante dall’irrilevante. Ma forse proprio per questo, è la rete molto più vicina alla “materia grezza” della realtà. E poi non è forse questa libertà totale, libertà anche di prendere abbagli e batoste, un modo di liberarsi dal mondo in scala ridotta che il sistema mediale tradizionale confeziona ogni giorno, a misura delle esigenze di manipolatori senza volto? E come credere nei momenti catartici, che come in questi giorni animano il sistema mediatico, senza ricordare che gli intenti manipolatori sopravvivono da sempre alla ciclica indignazione di facciata, la quale è forse essa stessa corollario della manipolazione?
Ecco dunque il teorema della rete, una realtà anarchica e sempre più indecifrabile, che una pluralità di soggetti intasa coi contenuti più disparati: “Se guardate cinque telegiornali o dieci quotidiani, e in primo piano trovate le identiche headline, spegnete la TV, strappate i giornali: qualcuno trama alle vostre spalle.” La rete può dimostrarvi all’istante che tutto ciò che si svolge nei contenitori del sistema mediatico tradizionale, è nella migliore delle ipotesi limitato e autoreferenziale. E allora forse vi troverete a pensare come me, che dopotutto è meglio rischiare di non sapere da che parte andare a sbattere, piuttosto che cadere nella trappola e credere di avere le idee chiare.