La crisi economica, come sappiamo, ha colpito con particolare forza le aziende che fondano il loro core business nella realizzazione di GPU. Questa brutta battuta d’arresto nei ricavi, per NVIDIA arriva in un momento forse poco opportuno vista la posizione non esattamente semplice da un punto di vista strategico.
In recenti dichiarazioni, Jen-Hsun Huang, presidente e CEO di NVIDIA, ha affermato che Intel, cercando di osteggiare lo sviluppo di chipset per le proprie CPU vuol frenare l’innovazione del GPU computing, difendendo il modello computazionale tecnologicamente arretrato che gli appartiene.
Parole tanto forti arrivano da personaggi di spicco soltanto in momenti particolari, in cui si stanno giocando mosse importanti per la definizione del mercato futuro. Questo è un momento cruciale per le GPU, in particolar modo per NVIDIA.
Una breve sintesi del passato può aiutarci a capire come si è giunti agli scenari attuali.
Il ruolo di vera protagonista nel settore delle schede video, NVIDIA lo assunse con il lancio della Geforce 256 (NV10), mettendo l’allora incontrastata 3Dfx all’angolo, fino a decretarne la “morte”.
Da quel momento iniziò a godere del primato tecnologico per diverso tempo, con ATI come unico grande rivale, capace di tenere il passo e di mostrarsi superiore in taluni ambiti, ma che solo dopo qualche tempo, grazie allo scivolone di NVIDIA con al serie Geforce FX 5xxx, sviluppata fruttando gli studi del team della 3Dfx precedentemente assorbito (quasi una fotocopia degli errori che portarono la 3Dfx alla fine), riuscì a trovare la strada per competere non solo da un punto di vista prestazionale ma anche sotto il profilo dell’innovazione.
In questo modo si è mantenuto equilibrato per lungo tempo un duopolio che ha regalato tante belle soddisfazioni agli amanti del videogaming, questo equilibrio oggi si è spezzato e la questione si è enormemente complicata.
Da circa sette anni si fa sempre più strada il concetto di GPU computing, sia con prodotti dedicati che permettono di avere potenze di calcolo fino a ieri inimmaginabili in un case per PC e a prezzi interessanti. Tale approccio si sta diffondendo sia in ambiti professionali specifici, ma anche in applicazioni sempre più generiche. Oramai anche il pacchetto CS4 di Adobe trae giovamento dalla potenza di calcolo della GPU e siamo solo all’inizio.
L’importanza strategica di questo componente l’hanno ben compresa, prima ancora di noi, tutte le aziende coinvolte in questo cambiamento e anche i produttori di CPU stanno correndo ai ripari.
AMD ha acquisito ATI, con tutte le conseguenze che abbiamo già seguito ed analizzato, mentre Intel, che non produceva un chip grafico discreto dal ’97 si sta impegnando nello sviluppo di Larrabee e starebbe già lavorando per conquistare gli attuali partner di NVIDIA.
Se l’essere rimasta fino ad oggi indipendente, rappresenta per NVIDIA una dimostrazione della sua forza e della centralità del suo apporto nell’evoluzione tecnologica, ora con AMD e ATI unite in un’unica strategia di rilancio e Intel che non ci sta ad accettare un ruolo da comprimaria in un futuro dominato dalle GPU, l’azienda di Santa Clara si trova in una situazione di imbarazzo.
Intanto, visto che non esistono più speranze di rimanere in buoni rapporti con Intel, NVIDIA cerca di racimolare nuove fette di mercato con altri partner, così ad esempio è stata annunciata una versione di Ion abbinabile con il Via Nano.
Tegra, il SOC con architettura ARM proposto da Nvidia per i settori MID e netbook, potrebbe mostrarsi sul lungo termine uno spiraglio di luce, in considerazione anche della manifestata volontà di ARM di sfruttare i netbook per cercare di uscire dal mercato degli smartphone e salire verso sistemi più complessi.
Se sul fronte tecnologico NVIDIA si prepara a raccogliere la sfida dell’evoluzione delle piattaforme, sarà anche e soprattutto sull’allargamento delle partnership che si giocherà la partita.