Confusione, confusione ed ancora confusione…
Non c’è giornale (alcuni per dire la verità omettono la notizia) che in questi giorni non parli del decreto conosciuto come “mille-proroghe”.
Un calderone legislativo ideato per ficcarci dentro praticamente di tutto, una confusione totale che trova proprio nella confusione stessa il proprio punto di forza. Nel senso che: se confondiamo tutti, dagli onorevoli ai normali cittadini, qualche cosa riusciamo a farcela approvare pure noi.
Insomma, tra l’infinita di norme e normette che stanno per arrivare alla camera sotto forma di decreto legge, tutte le categorie sociali posso dirsi interessate. Per citare qualche esempio: ai pescatori di vongole potrebbe venir imposto un “numero chiuso” di imbarcazioni utilizzabili; il bonus benzina per quelli che vivono vicino all’Austria; l’eliminazione dell’obbligo, per le nuove costruzioni, di essere alimentate almeno in parte da energie rinnovabili; i giornali di partito che come sempre si salvano in corner ed otterranno molto probabilmente ancora fondi pubblici; i carcerati ai quali, si dice, verranno costruite nuove e più capienti strutture ecc. ecc. ecc.
Tra tutte queste migliaia di norme, ad una viene dato particolare risalto sui principali quotidiani online e non solo, una norma strana che va contro la legislazione attualmente in vigore: le cosiddette telefonate-spot, per tutto il 2009 «sono lecitamente utilizzabili per fini promozionali» i dati personali contenuti negli elenchi telefonici fino all’agosto 2005.
Proposta di modifica n. 44.1 al DDL n. 1305
«1-bis. I dati personali presenti nelle banche dati costituite sulla base di elenchi telefonici pubblici formati prima del 1º agosto 2005, sono lecitamente utilizzabili per fini promozionali sino al 31 dicembre 2009, anche in deroga agli articoli 13 e 23 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, dai soli titolari del trattamento che hanno provveduto a costituire dette banche dati prima del 1º agosto 2005».
Interessante, a riguardo, il blog di Guido Scorza, citiamo:
“A leggere bene la disposizione sembrerebbe che solo alcuni soggetti potranno abusare – non trovo espressione migliore – degli altrui dati personali per finalità di marketing, circostanza questa che rischia evidentemente di creare anche pericolosi effetti distorsivi della concorrenza”.
Insomma, i call-center saranno autorizzati a bombardarci di chiamate promozionali. Se il decreto passerà alla camera, le telefonate moleste verranno legalizzate, soprattutto quelle fatte utilizzando numeri telefonici di utenti che non hanno mai dato il loro precedente consenso (per il famoso trattamento dei dati).
Queste banche dati, come si può facilmente immaginare, sono vastissime; contengono nomi, numeri, indirizzi di milioni di cittadini italiani. Dati che quasi sempre vengono illecitamente forniti, previo pagamento, dagli operatori telefonici nazionali.
Come precedentemente detto, per ora, fortunatamente, sono ancora proibite secondo provvedimento del Garante della Privacy; ma le cose potrebbero cambiare e fino alla fine del 2009, quasi un anno tondo tondo (perché poi un anno solo?), potremmo venire contattati a qualsiasi ora del giorno.
Per fortuna sembra che il Garante, in una lotta contro il tempo prima che il testo diventi legge, abbia già scritto al Governo per spiegare l’assurdità della norma… speriamo bene.
Ma la domanda fondamentale è: chi l’ha proposta?