Pubblichiamo un guest post di Eleonora Presani
A partire dal Nobel assegnato ad Al Gore, fino alle ultime notizie sulla nuova politica di Obama, sembra che finalmente anche gli Americani comincino a condividere con il resto del mondo la preoccupazione per l’ambiente.
Io ho sempre pensato che fosse giusto preoccuparsene e che fosse un dovere della nostra generazione cambiare le cose per un futuro più sicuro.
Quello che non è sempre chiaro, e che secondo me viene spesso confuso, è se la nostra preoccupazione debba essere maggiormente legata all’eventuale futura carenza energetica o a una possibile crisi ambientale. Mi sembra che i governi attuali stiano incentrando molto i loro sforzi sulla salvezza del mondo dal famoso riscaldamento globale, forse perché è un argomento che viene preso più seriamente dalla popolazione.
Ma è vero che siamo alle porte di una tragedia ambientale? È vero che il nostro stile di vita sta distruggendo il nostro pianeta?
La criticità dello scenario dipende dai punti di vista. Secondo Al Gore, decisamente sì (si veda in proposito il suo documentario An inconvenient truth). Egli, come molti altri sostenitori della teoria del riscaldamento globale, ci spiega come l’utilizzo delle auto a benzina o diesel, le emissioni delle fabbriche etc., porti a un’emissione di CO2 tale da incrementare enormemente l’effetto serra nel nostro pianeta, tanto da comportare a un riscaldamento della superficie terrestre che farà sciogliere tutti i ghiacci, innalzerà il livello del mare e renderà la Terra un pianeta non più adatto ad accogliere la vita umana.
Altri scienziati, invece, sostengono che il nostro contributo di CO2 è trascurabile rispetto ad altre fonti naturali di questo gas, e comunque la CO2 non è che una frazione piccolissima dei gas serra presenti nella nostra atmosfera.
Di sicuro non sufficiente per giustificare i cambiamenti climatici, che sono molto più suscettibili all’attività solare o alla presenza di vapore acqueo nell’atmosfera. Inoltre l’oscillazione della temperatura a cui assistiamo in questi anni sarebbe perfettamente compatibile con la naturale oscillazione della temperatura avvenuta nella storia.
Il documentario più famoso e più discusso a riguardo è quello della BBC: The great global warming swindle.
A me è stato insegnato che il Sole segue un ciclo di 11 anni durante il quale il Sole varia la propria attività (tempeste magnetiche sulla superficie) da un minimo ad un massimo. Quando si ha un minimo di attività solare si registra una temperatura minima sulla terra, e viceversa.
Molto famoso è il Maunder Minimum, avvenuto tra il 1645 e il 1715, quando la scarsa attività del Sole ha causato una microglaciazione sulla Terra. Mentre il Sole sembrava essere in sciopero, sulla Terra regnava il Re Sole, e in Italia Stradivari costruiva i suoi violini con un legno di una densità uniforme e molto rara, dovuta alla lentezza con cui gli alberi sono cresciuti durante un tale freddo.
In conclusione credo che sia giusto preoccuparsi dell’ambiente che ci circonda, ma bisogna sempre stare attenti a non cadere in facili slogan e allarmismi ingiustificati. I danni che l’uomo sta facendo al pianeta e agli altri abitanti della Terra vanno ben al di là del riscaldamento della superficie, e il nostro impegno deve essere soprattutto incentrato a rendere il nostro stile di vita compatibile con le risorse che il pianeta ci offre.