Il Micro Quattro Terzi, nuovo formato per fotocamere digitali che ha suscitato interesse e curiosità fin dalla sua presentazione, venne annunciato nell’agosto scorso.
La promessa iniziale era quella di coniugare la praticità di una compatta con la versatilità e la qualità d’immagine di una Reflex, ma la Panasonic DMC-G1 , ovvero il primo prodotto conforme a questo formato presentato al pubblico, non è stata all’altezza dell’hype creato in precedenza, con un certo malcontento espresso anche dagli utenti di Hardware Upgrade.
Al di là dei risultati visti però, vale la pena fare delle considerazioni e tenere sotto controllo questo form factor, perché in futuro potrebbe far breccia nei cuori di molti fotoamatori.
Il Micro Quattro Terzi, detto in soldoni, è una Reflex in miniatura. In dimensioni paragonabili a quelle di una bridge, si è cercato di unire la flessibilità delle ottiche intercambiabili e dal diametro importante, alle dimensioni e il peso contenuto (oltre che alla silenziosità) di una compatta.
La miniaturizzazione è possibile grazie all’eliminazione del mirino ottico e quindi anche di specchio e pentaprisma e all’adozione di un sensore e ottiche che rappresentano un compromesso tra qualità dell’immagine e dimensioni.
Ho usato la parola compromesso non a caso, perché la Panasonic DMC-G1 rappresenta esattamente un compromesso tra due mondi completamente separati, che sembra non essere piaciuto a nessuno.
Ad un prezzo tutt’altro che allettante di circa 660/700 euro si acquista un oggetto che pur avendo prestazioni superiori alle compatte non può rivaleggiare con la classe superiore e che, allo stesso tempo, non si presta a entrare in tasca agevolmente o anche soltanto a essere gettato con noncuranza in una borsa.
La presenza del mirino digitale inoltre è più che sufficiente per scoraggiare chi cerca una Reflex, considerato oltretutto che un’ottima Nikon D60 in versione kit ormai la si paga 450 euro o addirittura meno.
Vista la delusione suscitata dalla G1, Olympus ha sondato il terreno con una MQT che, pur mantenendo ottiche intercambiabili, perde il mirino e sposta il target avvicinandolo alle compatte. In questo modo non si deludono le aspettative qualitative, ma si va a creare una sovrapposizione con prodotti già visti, perdendo parte dell’originalità del nuovo formato.
Fin’ora dunque niente di buono, ma non vuol dire che non valga la pena scommetterci per il futuro.
Oggi il Micro Quattro Terzi è penalizzato da limiti tecnologici, legati alla dimensione del sensore ridotta rispetto anche ai formati DX e APS-C (usati nelle Reflex economiche di Nikon e Canon), che risulta penalizzante in fatto di rumore a sensibilità elevate e anche le lenti di diametro inferiore sono più soggette a imperfezioni. Allo stato attuale poi, un display non può essere paragonato a un pentaprisma neanche lontanamente.
La tecnologia però, come si sa, corre: una nuova generazione di sensori meno sporchi e una migliore resa del LiveView in condizioni di scarsa luce, potrebbero già essere i presupposti per far voltare molti di quelli che ora danno le spalle a questo formato.
Chi ama la fotografia non sente il peso di una tracolla, ma sa anche che spesso si perdono scatti importanti perché l’ottica più adatta è rimasta a casa.
Avere dietro un corpo macchina insieme a tre ottiche, nello spazio che attualmente è occupato da una Reflex e il suo 18-55 già avvitato, all’interno di un marsupio o di una piccola tracolla, farebbe gola a tantissimi.
Se vogliono che il Micro Quattro Terzi si affermi, Olympus, Panasonic, Koda, Leica, Sigma, Sanyo e Fujifilm devono puntare al mercato delle Reflex entry level.
Se andiamo a vedere le abitudini di tantissimi fotoamatori, notiamo che spesso abbinano una semi-professionale o professionale,dedicata agli scatti importanti, ad una Reflex entry level, più leggera e semplice nell’utilizzo, per scattare foto all’aria aperta in tranquillità, senza rinunciare alla qualità che una compatta non potrebbe mai offrire. Questi (e sono tanti) sono tutti potenziali clienti.
Considerato poi che il digitale, con l’assenza di costi di sviluppo e stampa e la maggiore facilità di ottenere buoni scatti rispetto alla pellicola, ha allargato il bacino di utenza delle Reflex enormemente, c’è da aspettarsi che la fotografia evoluta possa beneficiare del Micro Quattro Terzi per raggiungere un pubblico ancora più vasto, se e quando ci saranno i requisiti qualitativi necessari.