Ogni cosa è formata da cose più piccole, fino ad arrivare al livello atomico (che in greco significa “indivisibile”, anche se in realtà abbiamo scoperto che qualche altro livello c’è), e spesso anche le soluzioni ai problemi grandi nascono osservando cose più piccole.
Nello specifico, pare che le formiche abbiano avuto successo nel risolvere un problema che attanaglia gli esseri umani: il traffico.
Secondo questo articolo di NewScientist, due ricercatori dell’Università di Dresda hanno osservato il modo in cui le formiche percorrono due strade differenti per arrivare a una meta comune, notando come esse siano in grado di modificare dinamicamente i flussi a seconda della congestione; hanno creato due vie verso un cumulo di zucchero, una più stretta e una più larga, e hanno iniziato a far andare avanti e indietro le formiche.
Quando una di esse tornava al punto di partenza e incrociava una sua simile, se era passata per la via più congestionata la avvertiva e la deviava sulla via più larga. Se invece era ritornata senza problemi non comunicava nulla, lasciando che le compagne prendessero una strada a caso.
Ricreando un modello simile al computer si è visto che, dotando i “veicoli” in senso opposto della possibilità di comunicare la propria esperienza precedente, era possibile snellire il traffico anche in situazioni più complesse. Si tratta sostanzialmente della dimostrazione dell’utilità delle comunicazioni auto-auto, di cui abbiamo già parlato su questo blog.
Mi viene in mente però anche un’altra cosa: siccome io (e la maggior parte di voi) ho a che fare con i computer, e che “traffico” e “flussi” sono due parole che incontro quotidianamente stando in rete, e che il trasporto dei pacchetti include già una forma di autocontrollo e memorizzazione delle informazioni di percorso, non mi è difficile immaginare che un simile algoritmo possa essere portato in dotazione anche ai pacchetti del TCP/IP, migliorando parecchio la sempre più congestionata vita di router e switch del mondo…