Aria condizionata “a palla” o riscaldamento sempre “a palla” a seconda delle stagioni, monetina per il carrello, carrello con la solita ruota che gira male, vagare all’infinito tra le corsie del supermercato, luce accecante che rimbalza sul pavimento bianco brillante, temperature che variano in pochi metri dal freddo siderale al caldo australe, promoter che cercano di promuoverti qualsiasi cosa, lista della spesa sempre incompleta, carta igienica in promozione sempre terminata (perché?), coda chilometrica alla cassa, musichetta di sottofondo ridicola che si mescola a spot commerciali osceni insomma…il, per molti, quotidiano fare la spesa.
Una diversa soluzione al comune processo del “fare la spesa” era stata sperimentata nel lontano 1933 in America.
Un nuovo rivoluzionario concetto di negozio self-service, dove gli scaffali venivano attaccati ad un nastro trasportatore simile a quello degli aeroporti (nastro mosso da un motore elettrico).
Come riportato dalla famosa rivista Modern Mechanix, in un negozio di Los Angeles non erano i clienti a girare tra gli scaffali del supermercato bensì gli scaffali stessi passavano davanti ai clienti comodamente seduti su degli sgabelli imbottiti. Nell’articolo originale possiamo leggere che lo scaffale mobile, inaugurato nel ’33 a Los Angeles, era lungo 157 piedi e compiva un giro completo ogni 8 minuti.
L’idea di base era semplice ed efficace: servire un gran numero di persone utilizzando il minor numero di personale.
Nell’immagine qui sopra possiamo vedere: i clienti seduti comodamente su degli sgabelli; un commesso intento a rifornire gli scaffali; un grafico che riproduce il funzionamento del negozio mobile.
Qualcuno avrà il coraggio di riproporlo?