Cercare di datare l’inizio di un filone è spesso un’operazione complessa, per diversi motivi.
In primo luogo, la vaghezza delle informazioni risalenti al primo boom unita al fiorire contemporaneo di giochi dalla tipologia simile rendono difficile attribuire univocamente la palma di primo ad un solo titolo.
In secondo luogo, i parametri che delimitano un genere sono sì assodati oggigiorno ma è un processo che ha richiesto anni ed è stato fatto comunque ex post; quando nelle nostre valutazioni scopriamo che alcune di queste caratteristiche non erano presenti, perché appunto eravamo agli albori, come procediamo?
Facciamo ricadere quel particolare prodotto sotto l’ombrello stabilito a posteriori oppure no?
E infine, dettaglio non trascurabile, gli sviluppatori non hanno sempre la sensibilità di capire che effettivamente stanno dando vita a qualcosa di nuovo e che stabilirà in qualche modo uno o più paletti per i giochi che verranno.
Molti hanno le capacità per innovare ma pochi sono in grado di percepirlo coscientemente.
Dune II non è stato il “primo della sua specie” ma è senz’altro quello che ha dato una fisionomia agli RTS, combinando idee già viste all’opera ma quasi solo singolarmente, prima d’allora.
RTS, Real-Time Strategy.
E’ il genere che ha avuto la consacrazione definitiva con i capolavori della Blizzard i quali l’hanno reso un fenomeno internazionale tanto da creare una generazione di giocatori professionisti, sponsorizzati e venerati come idoli dai teenager in alcuni Paesi come la Corea del Sud.
Qual è dunque la sua genesi? Ci si può veramente sbizzarrire a seconda delle fonti considerate.
C’è chi data l’inizio di tutto con Utopia, un gioco per Intellivision del 1982 dove fu introdotto per la prima volta il concetto di costruzione degli edifici e manipolazione diretta di alcuni tipi di veicoli.
Nello stesso anno, Legionnaire, disponibile per piattaforma Atari 8 bit, probabilmente il primo esempio di RTT (Real-Time Tactics), implementando una sorta di forma grezza di multitasking, porta sugli schermi un’altra novità, la possibilità di aiuto e soccorso tra le varie unità di combattimento.
Un altro gioco utilizzato come capostipite è The Ancient Art of War, nome che ricorda il famoso libro di Sun Tzu; 1984, macchina Apple II, introduce le campagne tra cui una sorta di “capture-the-flag” molto in voga negli FPS come Quake III o Unreal Tournament.
Facciamo un balzo in avanti e portiamoci a ridosso degli anni ’90. E’ con Herzog Zwei che più ci avviciniamo finalmente alla tipologia di RTS.
L’aspetto strano della vicenda è che uno dei generi che maggiormente identifica il classico gioco per PC sia invece stato profondamente segnato dalle console.
Sì perché Herzog Zwei, uscì nel 1989 per il Sega MegaDrive. Avete capito bene, Sega MegaDrive, la console pluripremiata e simbolo della Sega dei bei tempi che furono.
Con il titolo della Technosoft il passo in avanti fu decisivo.
Per la prima volta, il giocatore umano deve fare i conti con la gestione delle risorse da cui dipendono le sorti della battaglia. Le unità hanno maggiori margini di manovra, ampliando il set di azioni dalla sola battaglia e difesa della postazione alla pattuglia e al presidio di una precisa zona del campo d’azione.
Il terreno di combattimento diventa un ostacolo naturale dove occorre studiare strategie ad hoc e dove l’impatto sul movimento sia delle macchine sia della fanteria cambia a seconda del tipo di fondale.
E arriviamo a Dune II: The Building of a Dynasty, ribattezzato Battle for Arrakis per il porting MegaDrive (Sega è ancora una volta protagonista). La Westwood che da lì ad un paio d’anni sarà conosciuta in tutto il mondo per Command&Conquer, come già anticipato, riuscirà a condensare in un solo titolo tutte le buone e rivoluzionarie idee viste finora, dando però allo stesso tempo un’impostazione ed una struttura coerente.
Rilasciato in principio su sistema DOS nel 1992 (e poi su Amiga l’anno successivo) mostra alle altre software house la via per il successo ed il gradimento del pubblico.
Un sistema punta e clicca, possibilità di selezionamento multiplo delle unità da combattimento, la “fog of war”, la possibilità di riparare sia veicoli che edifici, il concetto di upgrade che consente al giocatore di poter disporre di strumenti da battaglia più avanzati.
Fu introdotta anche la scelta di una “razza” con cui giocare tra quelle disponibili, divenuto anch’esso un classico nella tradizione degli RTS.
La gestione delle risorse, poteva essere migliorata dotandosi di più “harvester” e delle navicelle da trasporto che velocizzano lo scarico delle “spezie” nella raffineria.
E come ciliegina sulla torta, l’arma definitiva, un missile in grado di provocare gravi danni all’avversario, ripreso poi in Starcraft con il modulo “nuke”.
Peculiarità che ormai riteniamo assodate ma allora, racchiuse in un unico gioco, rappresentarono la svolta e diedero la spinta decisiva affinché la stessa Westwood, Blizzard e poi Microsoft con la serie “Age of” investissero fortemente in questo genere, rendendolo uno dei più complessi ma allo stesso tempo affascinanti dell’intero panorama ludico.
Se poi aggiungiamo alle caratteristiche tecniche anche il fatto di essere basato su un famosissimo ciclo di romanzi sci-fi ed un’onirica trasposizione cinematografica, Dune II può davvero essere considerato il capostipite di una famiglia che probabilmente non stancherà mai di stupirci.
Aspettando Starcraft II, naturalmente.