Oggi voglio fare alcune riflessioni riguardo il futuro del World Wide Web. Una fetta importante degli utenti di oggi ha iniziato ad utilizzare il web quando c’è stata la rivoluzione web 2.0, altri hanno comunque vissuto la transizione. Ma cos’è il web 2.0? Qualche anno fa avrei risposto il futuro, oggi ci vedo molta speculazione. E proprio in quest’ultima parola c’è la fine del 2.0.
Facciamo un passo indietro, quando i media iniziarono ad interessarsi alle novità che il web stava proponendo, centinaia di compagnie videro enormi profitti in questo settore, furono cosi investiti grandi capitali, i quali favorirono un veloce sviluppo della rete. Ottime idee, Youtube e Flickr su tutte, divennero realtà grazie ai capitali delle aziende.
Questi investimenti sono continuati fino a qualche mese fa, quando la crisi economica americana ha paralizzato completamente il mercato. Improvvisamente sono venuti a mancare i fondi, e molte aziende nate durante il periodo d’oro del Web si sono viste costrette a tagliare il tagliabile (che nella maggior parte dei casi sono i dipendenti).
Molti si sono quindi interrogati sul futuro del Web, dato che in questo periodo di crisi gli investitori scarseggiano, e così come ha fatto TechCrunch, molti di questi hanno dichiarato, me incluso, il Web 2.0 ormai finito in quanto niente capitali si traduce in niente soldi per lo sviluppo.
Si è iniziato a parlare di Web 3.0 ma questa locuzione appare per adesso puro marketing in quanto non c’è nessuna rivoluzione, tecnologica o contenutistica, simile a quella del Web 2.0, alle porte. Tuttavia nessuno c’impedisce di far delle ipotesi su come sarà il Web 3.0.
Sento spesso parlare di web semantico, ma la mia opinione è leggermente diversa, sicuramente la rete si evolverà in tal senso ma non nel prossimo futuro. Se il web 1.0 è stato lettura, il web 2.0 lettura/scrittura, il 3.0 sarà audio/video ma con il senso della misura.
Infatti se durante il 2.0, come abbiamo detto, sono nate moltissime compagnie grazie ai grandi capitali messi a disposizione, in questo clima di crisi sopraviveranno solamente quelle applicazioni che riusciranno a generare un profitto .
Un’ulteriore conferma arriva dal fatto che Google tramite Youtube presto inserirà della pubblicità nei video. Quindi ci troveremo difronte a servizi web con business case sensati e che garantiscano un profitto sicuro, ne sono un esempio anche i recenti accordi che YT ha concluso con RAI e CBS per la distribuzione dei contenuti. Potremo definire il web 3.0 come la parte produttiva del web 2.0.
Ma in tutto questo la scrittura e di conseguenza la lettura non verrà abbandonata anzi ci sarà una maggiore integrazione tra testo/audio/video, come già avviene sempre su YouTube, dove è già possibile inserire piccole porzioni di testo all’interno dei video.