Dopo qualche settimana passata a parlare di hardware, torniamo al mondo software con un titolo che si è ricavato un posto speciale nella memoria di milioni di giocatori al mondo: Turrican.
Con Turrican innumerevoli ore sono state spese alla ricerca dell’ultimo livello, per poi ritrovarsi puntualmente all’inizio di un nuovo quadro. E quanti sorrisi a 32 denti si sono riflessi sul monitor, osservando il potere devastante del fuoco a 5 contro tutto quello che aveva la sventura di capitare davanti!
Turrican, classe 1990, merita dunque un posto d’onore nella pluripremiata rubrica per nostalgici informatici, per aver divertito una generazione di videogiocatori e per aver contribuito, seppur tardivamente, a mostrare al mondo quali fossero le reali potenzialità grafiche del Commodore 64.
Il gioco, che porta l’etichetta dalla storica software house Rainbow Arts, è frutto della mente geniale di Manfred Trenz, che oltre a concepirlo, lo programmò interamente nella versione per Commodore 64. La colonna sonora è invece opera del grande Chris Huelsbeck, nome glorioso del mondo videoludico con all’attivo titoli del calibro di R-Type, Katakis, Great Giana Sisters.
Il risultato del lavoro di Trenz è un capolavoro in termini puramente grafici ma anche di gameplay: Turrican ha un’intensità e una longevità leggendaria, grazie all’interminabile teoria di livelli, ma anche ad una ricchissima e devastante dotazione di armamenti e nemici sempre diversi. Il successo dei sequel, in verità molto simili, dimostra la validità del concept originale.
Graficamente il gioco, poi portato su Amiga, ST, Amstrad CPC, Spectrum e alcune console, è contraddistinto da un look assolutamente metallico, a partire dal personaggio, una sorta di Robocop iperaccessoriato, fino alla finitura dei livelli e alla caratterizzazione dei nemici. Non per nulla la celebre title picture riprende la copertina dell’album Kings of metal dei Manowar.
Fa il paio col luccichio del metallo, il fuoco, elemento portante degli elementi che costruiscono i livelli oltre che copiosissimamente prodotto dal fucile del protagonista.
La trama del gioco ruota attorno al cattivone di turno, che nel primo, storico episodio è un demone a tre teste di nome Morgul – nome di ispirazione tolkieniana – responsabile degli incubi di tutto il pianeta che ne gioco si materializzano, e al nostro eroe, che deve sterminarli metodicamente per giungere all’agognato scontro finale.
Innumerevoli e per la maggioranza di grande successo i sequel e i porting del gioco. Da segnalare un clone, Universal Soldier (per Genesis e GameBoy), che fondeva la saga di Turrican e l’orribile omonimo film con Van Damme e Dolph Lundgren. Cattivissima idea, per inciso, quella di rinunciare a un nome epico nel mondo del gaming per accompararsi ad un film di nessuna rilevanza nel mondo cinematografico.
Vale la pena di ricordare Turrican 3D, un tentativo – abortito nel 2000 – di aggiungere una dimensione al celebre platform, e Hurrican, una riedizione di Turrican con grafica aggiornata che gira su PC, disponibile gratuitamente.
Le ultime novità su Turrican riguardano un rumor diffuso nel 2007 da Gamasutra, secondo il quale Factor5 – la software house autrice di molti dei ports del gioco – starebbe sviluppando un remake modernizzato della saga.
C’è forse da sperare che non sia vero: simili operazioni sono ottime per colmare i vuoti di creatività del settore ma, qualora – come già in molti casi – non producano titoli all’altezza del nome che portano, rischiano di trasformare una leggenda in un brutto ricordo.
Per alleggerire l’attesa del download dell’emulatore per la vostra piattaforma preferita, eccovi intanto un longplay su Amiga: