Il titolo riprende il succo del concetto che si evince dall’ennesimo esempio di giornalismo di bassa lega fornito, questa volta dal Corriere e da La Stampa , che hanno probabilmente ripreso un comunicato diffuso da ADNKronos. La risposta secca, ma forse ancora troppo diplomatica di Luca Conti merita una ulteriore approfondimento.
I giornalisti sono tutti stressati e arrivisti. Le generalizzazioni sono davvero fastidiose, vero?. Sciocche semplificazioni per descrivere ciò che probabilmente non si conosce abbastanza da vicino da poter descrivere in maniera più analitica. Il problema diventa ancora più grave quando a ricorrere a queste semplificazioni è una categoria come quella dei giornalisti, che avrebbe il compito di informare la gente, diffondere la conoscenza, la cultura e la coscienza.
E’ un compito non facile, per questo dovrebbe essere svolto con grande attenzione e senso della responsabilità. La tecnologia, la diffusione di Internet e quindi anche dei social network, sono una chiave determinante per l’economia del Paese. No, non sto esagerando. I giovani che oggi usano Facebook, domani scopriranno Linkedin, o comunque avranno la possibilità di interagire e vivere in un mondo più ampio, internazionale e con una visione meno chiusa in se stessa di chi invece non ha accesso a queste risorse. In Italia siamo indietro e chi dovrebbe svolgere il compito di stimolare questo sviluppo invece fa di tutto per rallentarlo.
Quelle sono spesso le stesse persone che dicono che Internet non è affidabile, perché chiunque può dire quello che vuole e non c’é modo di capire se è una fonte attendibile o no. Non funziona esattamente così, la verità, caro il mio giornalista, è che su Internet se uno scrive un articolo con delle generalizzazioni così pacchiane ed evidenti, viene immediatamente sbeffeggiato, perché a differenza di quanto succede con la carta stampata, online, i lettori hanno la possibilità di rispondere. E molti hanno le competenze per farlo. Anche se non sono giornalisti.