Recentemente Steve Ballmer, incalzato dalle domande di due analisti, si è trovato a discutere della suite Office in relazione a quello che è da molti visto un temibile concorrente: le web apps di Google .
Secondo Ballmer tutti hanno provato almeno una volta le applicazioni di Mountain View, ma nessuno le usa, poiché sono primitive e poco funzionali. La suite da ufficio di casa Microsoft quindi non può essere impensierita da un prodotto simile e i suoi rivali principali continuano ad essere OpenOffice e StarOffice di Sun.
Poi però ammette che i giovani universitari si scambiano i documenti organizzando gruppi di lavoro con Google Documents, che è come dire che Office Live non funziona, almeno per ora.
Queste recenti dichiarazioni di Ballmer mi fanno ben sperare per il futuro delle applicazioni web, poiché storicamente l’attuale CEO di Microsoft, non ha mai perso occasione di attaccare i concorrenti che mettevano in difficoltà la compagnia di Redmond. Linux e l’Open Source, nel momento in cui crebbero maggiormente nel settore server, erano una piaga malefica e pericolosa per l’economia dell’IT da estirpare con decisione, oltre che inaffidabili e antieconomici da amministrare.
Per questo motivo dopo l’uscita del Player portatile Zune, che ha raggiunto i due milioni di pezzi venduti a forza di svendite su Amazon, l’iPod divenne un prodotto talmente pessimo che Ballmer impedì a suo figlio di comprarne uno.
Oggi tocca alle applicazioni web di Google, che sono primitive e incapaci di suscitare l’interesse degli utenti.
Infatti la possibilità di utilizzare Google Documents da qualsiasi postazione, compresi netbook e smartphone, avendo sempre tutti i propri documenti a disposizione senza complicati giri di email e sempre sincronizzati all’interno di un gruppo di lavoro, non interessa a nessuno.
Ad ogni modo l’utilizzo di queste è davvero ancora poco diffuso, quanto è vero che Microsoft Office vende benissimo. Il principale limite della suite di Google, che ne frena l’adozione da parte di tutti quelli che la guardano con interesse, è l’impossibilità di lavorare quando non si ha a disposizione una connessione. Limite questo che potrebbe però sparire fra non molto tempo.
Se al momento non vi sono pericoli per la suite Office, con l’evoluzione dei browser che galoppa, spinta anche (soprattutto) da Google (e frenata da Microsoft?), nel medio e lungo periodo le web apps potrebbero erodere consistenti fette di mercato a chi continua a puntare sulle “tradizionali” applicazioni desktop.
Uno dei possibili scenari futuri nell’utilizzo dei sistemi informatici, vede la concentrazione di servizi e applicazioni quasi completamente all’interno del browser, ed è già così per le aziende e le amministrazioni pubbliche che usano strutture client/server con interfaccia web based.
Se questo trend dovesse affermarsi definitivamente negli anni, per molti potrebbe non essere più indispensabile nemmeno l’uso di Windows, che rappresenta la chiave di volta su cui poggiano tutte le strategie commerciali di Microsoft.
Ma Google Documents, non impensierisce assolutamente Microsoft: parola di Steve Ballmer.