Il lancio del primo cellulare dotato di sistema operativo Android è stato forse l’evento più seguito di martedì scorso, ve ne ha già parlato Markingegno, perché un sistema operativo per dispositivi mobili non nasce tutti i giorni, e perché c’era molta curiosità per vederlo finalmente all’opera in versione pressoché definitiva. Se a questo aggiungiamo che viene impropriamente chiamato “il sistema operativo mobile di Google” (anche se Google è solo promotore della Open Handset Alliance), e che qualsiasi cosa faccia il motore californiano ha una copertura mediatica eccezionale abbiamo il quadro completo. Non parleremo del telefonino, parleremo invece del piano tariffario di T-Mobile.
Tra le pieghe del contratto, ma nemmeno tanto in piccolo a essere sinceri, engadget ha scoperto che il limite mensile di traffico sui futuri G1 (o HTC Dream che dir si voglia) è di 1 Gigabyte. La cosa, fanno notare, è abbastanza un controsenso dato che il pregio del G1 dovrebbe essere proprio l’alto grado di integrazione con i servizi Google e in generale con tutto ciò che è web.
A differenza dei fantasiosi commerciali italiani però, il superamento della soglia non comporterà addebiti stratosferici o blocchi del servizio, ma una limitazione automatica a 50Kbps. Questo fatto andrebbe confrontato con i piani tariffari italiani: spesso gli overbundle sono tariffati a 0,6 eurocent al Kb (6,14 euro per un megabyte), oppure la navigazione è impedita; Vodafone recentemente ha innalzato il limite mensile di una sua offerta Iphone da 600 mega a 2 giga.
Apparentemente quindi sembra una buona soluzione, in grado comunque di non pesare sulle tasche dei consumatori senza preavviso, invece negli Stati Uniti s’è alzato un gran polverone, tanto che T-Mobile ha dovuto fare un passo indietro, come riporta sempre engadget.
La nuova linea di condotta è più nebulosa, perché viene rimosso il limite per tutti tranne “per chi abusa della rete oltre limite”, ma dovrebbe consentire a tutti di navigare con più tranquillità. La mossa sembra ricalcare da vicino quella di Time Warner di cui vi ho accennato qualche giorno fa, e si presta ad almeno una considerazione, per quanto essa possa essere impopolare: oltre che quella fissa, anche la rete mobile è sottodimensionata rispetto alle reali esigenze al punto che i provider sono costretti a porre limitazioni di questo tipo? oppure esiste un fondo di verità nelle loro parole e gli utenti sono realmente più avidi di banda? e con questo non intendo certo farne una colpa degli utenti, sono anche i siti e le applicazioni che richiedono più banda rispetto a un tempo.
Quel che voglio dire è questo: che senso avrebbe per le compagnie telefoniche annunciare a spron battuto che dopo il GSM avrebbero implementato il GPRS, e poi il 3G e poi l’HDSPA, e poi l’HSUPA se poi non affrontassero i dovuti investimenti? potrebbero benissimo dire “non ce la faremmo a garantire velocità decenti, restiamo con la tecnologia attuale”.
Mi sembra abbastanza evidente che si dovrebbe concordare un punto comune: i provider non dovrebbero ingannare con false promesse, ma gli utenti non dovrebbero nemmeno pretendere l’impossibile (non che sia tecnicamente impossibile ammodernare tutta la rete, ma probabilmente lo è economicamente).