SecondLife è ormai da mesi una realtà conosciuta e studiata anche in Italia, paese notoriamente lento ad adottare nuove tecnologie e seguire nuovi trend. Il valore innovativo di SecondLife è però tale che anche da noi non si è potuto fare a meno di studiare la piattaforma e analizzarne pregi e difetti.
Secondo me si è percorso più di metà “Hype Cycle“, cioè si è vissuta in pieno la fase dell’entusiasmo smodato che ha portato persino media tradizionalissimi come Corriere e Repubblica a parlare del fenomeno SecondLife, ad una fase di delusione e disincanto nella quale, gli stessi giornali, ospitano articoli che evidenziano una, almeno parziale, retromarcia nell’atteggiamento.
Sono, a mio avviso, posizioni entrambe errate. Innanzitutto vedo nel mio piccolo che riguardo SecondLife c’è tanta ignoranza e tanti pregiudizi. Da molti viene visto come un gioco, altri fanno la banale battuta “è qualcosa da sfigati che non hanno una real life” per proseguire con altre amenità più o meno grottesche. In realtà SecondLife è un mondo online tutt’altro che virtuale, dato che è composto da avatar che, almeno per ora, corrispondono ad esseri umani. L’interazione con essi è quindi reale, concreta, tangibile e sperimentabile attraverso metodi e linguaggi di comunicazione anche tradizionale, come ad esempio il parlato.
Reali sono anche le opportunità di business che SecondLife offre a quelle aziende che hanno il coraggio di lanciarsi per prime in un’avventura nuova. Si pensi, ad esempio, proprio al Corriere della Sera che ha portato su SecondLife, grazie all’azienda Second-Key, la sua rivista Style Magazine. La promozione è stata condotta parallelamente su due versanti, uno online direttamente in SecondLife e uno “offline” a Milano con un evento a tema. Interessante notare che in SecondLife è stato ricreato lo stesso ambiente che, a Milano, ospitava l’evento.
SecondLife sta inoltre dimostrando di essere una piattaforma particolarmente interessante per alcuni settori di sviluppo specifico, come ad esempio il telelavoro che trova in SecondLife l’opportunità di inserire delle dinamiche sociali prima impossibili da integrare in un rapporto di lavoro a distanza. E’ stato infatti dimostrato da vari studi come, ad esempio, relazionarsi con colleghi e superiori in SecondLife sia molto più informale e produttivo rispetto ad una tradizionale riunione “offline”, in quanto cadono molte barriere relazionali tra i soggetti.
SecondLife dà l’opportunità di partecipare a conferenze e visitare mostre altrimenti inaccessbili. Se viviamo a Milano, siamo grandissimi appassionati di Picasso e scopriamo che al Prado di Madrid è stata allestita una mostra sul periodo rosa di Picasso, difficilmente riusciremo ad andarci. Vuoi il costo, vuoi gli impegni di lavoro, vuoi mille altri motivi, nonostante volare oggi sia davvero economico rischiamo di perdere un’evento per noi così interessante. SecondLife offre l’opportunità di visitare questa mostra online, in quanto (se c’è la volontà) il museo può ricorstruire in SecondLife gli ambienti che ospitano la mostra e caricare al loro interno gli stessi contenuti della mostra. Il visitatore potrà quindi leggere per ogni opera lo stesso testo scritto sulla targhetta in loco, vedere gli stessi contributi multimediali prodotti per l’evento e visionabili nelle sale e così via.
Lasciatemi infine fare un’ultima riflessione che mi è sorta spontanea quando ho capito la facilità con cui è possibile organizzare meeting, conferenze e riunioni all’interno di SecondLife. Si pensi all’enorme risparmio di tempo e denaro che le aziende e le persone possono ottenere, partecipando a questi eventi attraverso SecondLife anzichè recarsi in loco fisicamente. Di più, pensate a quanta CO2 in meno nell’ambiente verrebbe immessa se molti facessero uso di questa tecnologia, anzichè prendere aerei, auto e così via. SecondLife rappresenta quindi anche uno strumento reale attraverso il quale fare del bene al pianeta.
Ancora convinti che SecondLife sia un giochino virtuale per bamboccioni?