E’ innegabile che la visione satellitare – GPS o mappe – sta rivoluzionando la nostra vita, su questo blog ne abbiamo parlato più e più volte. Ormai anche i muri sanno la storia del GPS civile e militare e dell’approssimazione, e quella della risoluzione delle foto scattate da satelliti civili e militari. Tuttavia praticamente la totalità delle persone coinvolte nel processo di produzione di queste immagini sognano di avere un dettaglio maggiore e di non dover scattare più volte la stessa foto prima di avere una foto decente. E c’è chi studia giorno e notte per dargli quel che chiedono.
Ad esempio c’è Yitzhak Yitzhaky, ingegnere elettronico israeliano della Ben-Gurion University, che ha studiato un sistema automatizzato per calcolare il fattore di distorsione indotto dalle turbolenze atmosferiche, che spesso rendono una immagine troppo “sfocata” e costringono ad aspettare il prossimo passaggio del satellite. Il metodo esiste già, ma al momento è richiesto che sia un essere umano a determinare il punto da cui calcolare la correzione della distorsione; Yitzag ha presentato la richiesta di un brevetto che promette di calcolare questi punti in modo multiplo e automatico.
Il risultato sarebbero immagini satellitari più nitide e dettagliate, a parità di risoluzione. Perché ovviamente il metodo principale per avere immagini migliori sarebbe montare sensori più grandi e luminosi e lenti migliori sui satelliti, ma è una cosa impraticabile giacché i satelliti – di norma – non atterrano. Il “metodo Yitzhak” potrebbe giovare sia all’ambiente militare che a quello civile, con tutte le conseguenze del caso. Io per esempio sono un grande fan dei controlli fiscali via Google Earth, li trovo molto democratici e incontestabili, il tipico caso di uso creativo e concreto di tecnologia disponibile.