Allora, chiariamo subito una cosa: sarei intenzionato a non leggere le solite sterili polemiche Canon / Nikon che inevitabilmente si sollevano quando si tenta un ragionamento. E chiariamo anche che io sono un canonista, così sgomberiamo il campo e partiamo: in questi giorni è stata presentata ufficialmente la D90, nuova SLR che sostituirà la D80. 12.3 megapixel nel sensore CMOS (24×16 millimetri), live-view, riconoscimento facciale, e tutta una serie di novità più o meno utili per il marketing. Ma non è questo il punto: il punto è che questa reflex registra filmati in HD.
Prerogativa delle piccole compatte, la registrazione dei video è una funzione che viene naturalmente – e concettualmente – dopo il live-view. Senza lo specchio tra obiettivo e sensore il flusso della luce è diretto, e con un sensore abbastanza potente è faicle fare un filmato (che poi è solo una serie di immagini ad alta frequenza). E questo è quello che devono aver detto alla Nikon: 1024×720, progressivo, a 24 frame al secondo.
Con alcuni svantaggi: l’audio è mono, registra in AVI a 400megabyte al minuto a massima qualità, filmando in HD non si possono superare i 5 minuti consecutivi, l’autofocus non funziona. Ma con alcuni indubbi vantaggi: si filma esattamente quel che si vede, cioè se si monta un obiettivo fisheye spinto si possono fare riprese “tonde”, lo zoom è veloce come nelle fotocamere, si possono applicare gli stessi effetti delle fotografie.
L’obiezione tipica che leggo in giro è che il fotografo professionista non fa i filmati. A dirla tutta il fotografo professionista compra un D3, ma non importa. La D90 è e resta una fotocamera, con in più la possibilità di fare i filmati. Poiché la possibilità di fare i filmati nontoglie nulla a quella di fare le foto, possiamo considerarle come entità separate (anche se abbiamo appena visto che proprio così non è, perché cambiare gli obiettivi fa molto comodo. Tanto per dire, una videocamera ad obiettivi intercambiabili costa ben più di 4000 dollari). Il fatto è che con questa mossa Nikon strizza l’occhio ad una intera fascia di persone che vorrebbero avere una reflex ma si sono ormai abituate ad avere nella compatta anche la possibilità di fare filmati, e magari metterli su youtube. Strizza l’occhio ai piccoli registi in erba, gli indipendenti, a persone che non possono spendere molti soldi per una videocamera professionale e una fotocamera di medio livello, persone che non hanno bisogno di filmare un quarto d’ora in piano sequenza senza stacchi. Strizza insomma l’occhio a una fascia di mercato inusuale, cercando di traslarlo nel comparto reflex (che poi è remunerativo anche in virtù degli obiettivi).
Come chiosa nel finale un articolo del Herald Tribune, è buffo che questo nuovo balzo del settore provenga da una compagnia che non ha molta esperienza nelle videocamere, e non da Sony o Canon, ad esempio. Fatto sta che ho idea che siamo di fronte a una piccola rivoluzione la cui portata non è molto chiara nemmeno a me. E a voi?