Il device definitivo non esiste… il device definitivo non esiste… il device definitivo…
Un po’ mantra, un po’ verità e un po’ menzogna, questa frase cambia in base alle esigenze di ognuno di noi, al proprio lavoro, alle proprie inclinazioni. Un dispositivo che faccia (bene) tutto è il sogno sia dei supermanager tecnologici sia semplicemente delle persone che hanno le tasche piene di oggetti: macchina fotografica, navigatore satellitare, palmare, cellulare, lettore mp3. E’ in primis una questione psicologica, il bisogno di razionalizzare lo spazio, di portare tutto con sè con un unico gesto, di non dimenticare “pezzi” in giro per il mondo; e al contrario è un problema pratico, perdere TUTTO in un solo colpo. Ma è anche una questione di praticità se pensiamo alla comunicazione degli oggetti. Ho l’agenda sul cellulare, il calendario sul palmare, un po’ di foto sulla fotocamera e un po’ sul telefonino, trasferisco la rubrica sul navigatore per raggiungere un contatto con un click ma poi non sono sincronizzate, insomma avete capito…
In tutto questo discorso cercano di inserirsi più o meno velatamente aziende di ogni tipo, giacché la convergenza dei dispositivi può nascere quantomeno con uno di essi come base: quindi il produttore di lettori mp3 aggiunge la lettura dei video, poi degli ebook, poi il wifi e si avvicina ad un internet table. Il produttore di internet table cerca di ficcarci dentro un telefonino. Il produttore di telefonini spinge sulle fotocamere di alto livello e così via…
Io effettivamente non ho un nome o una soluzione a tutto questo: ritengo che il mercato sia ancora acerbo e debba fare il suo corso, anzi la sua corsa e le conseguenti cadute. Indubbiamente la serie N di Nokia, in special modo l’N95, sono un punto importante di svolta, ma ancora non ci siamo. Non ci siamo perché siamo ancora in una fase in cui si cerca di far fare tutto in modo medio, mentre la gente cerca un oggetto che faccia tutto in modo superbo, ovviamente. Mi dicono ad esempio che gli N95 funzionano malissimo come GPS.
Secondo me il device definitivo non esisterà finché non avremo disponibili per le masse due tecnologie di cui si sente parlare da un pezzo, e di cui credo che i tempi siano maturi per l’avvento: la tastiera olografica e il display retrattile. La tastiera olografica perché comunque sia siamo abituati ad avere una tastiera sempre a disposizione, non a scomparsa, e quelle dei touch screen rubano spazio prezioso. I device di oggi hanno quasi tutti tasti microscopici, e DOVE FAR STARE la tastiera è un problema che i produttori cercano di risolvere con sempre più fantasia. Il display retrattile (o arrotolato, o pieghevole) sarà necessario per miniaturizzare gli schermi quando non in uso – e di conseguenza i device – senza però perdere la vista. Se da un lato siamo abituati, ad esempio, a schermi in casa e in ufficio sempre più grandi, quindi a siti con risoluzioni sempre maggiori (ma anche ad avere più cose sul nostro desktop), dall’altro gli oggetti tecnologici moderni hanno ancora dei display abbastanza piccoli e le due cose contrastano.
L’altro giorno un amico mi ha fatto vedere il mio blog su un HTC (il modello non lo ricordo): bello, per carità, ma tenevo il telefono a 10cm dal naso. Altrimenti dovevo zoomare e quindi scrollava in orizzontale, e l’effetto finale non era carino. Con un display retrattile tutto questo sarebbe meno di impatto e la fruizione più efficace.
Voi come la vedete? ci sono speranze nel breve-medio periodo?