La International Business Machines Corporation, meglio nota come IBM, ha recentemente annunciato di aver unito le proprie forze con la nipponica Tokyo Ohka Kogyo allo scopo di sviluppare tecnologie innovative per la produzione di energia solare.
La IBM non è la prima azienda che negli ultimi mesi ha dichiarato le proprie intenzioni di investire in risorse e know how a favore delle energie rinnovabili; è naturale che nessuno intenda investire oggi nella produzione di energia tramite combustibili fossili, inquinanti ed in via di esaurimento, ma a quanto pare nessuno sta pensando, fuori dall’Italia, di tornare al nucleare.
Supratik Guha, della IBM Research, ha precisato che l’azienda non intende impegnarsi direttamente nella produzione dei pannelli, ma desidera piuttosto svilupparne la tecnologia di stampaggio tramite copper – indium – gallium – selenium [CIGS – rame, indio, gallio, selenio], una tecnica che permetterebbe di trasformare fino al 15% della luce solare in energia, contro la media del 6 – 12 percento che si ottiene attualmente.
I pannelli in silicio in realtà, hanno performance anche migliori rispetto a quelli CIGS, trasformando fino al 20% dell’energia solare, ma la IBM ritiene che per quella specifica tecnologia siano poche le possibili innovazioni da introdurre, al contrario di quello che spera di ottenere concentrandosi sulle celle CIGS.
L’obiettivo, ha confermato lo stesso Guha, è quello di rendere più economica la produzione dei pannelli solari, per essere competitivi. Ad Aprile però, il laboratorio per l’energia rinnovabile dell’omonimo Dipartimento degli Stati Uniti, aveva stabilito il record per la conversione della luce solare in energia tramite pannelli CIGS: 19,9%.
Questo lascerebbe ben sperare sulle possibilità di ottenere nell’arco di due o tre anni, pannelli efficienti almeno quanto quelli in silicio, e magari anche più economici.
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