L’ultima versione di Firefox, la 3.0 di cui ormai siamo tutti stufi di sentir parlare, è la più avanzata, performante, sberluccicante release del browser di casa Mozilla. Il successo del download day e i pareri complessivamente positivi sembrano confermare che il passo in avanti sia stato effettivamente compiuto, e le promesse siano state mantenute.
Ciò nonostante, come sempre accade, c’è la voce fuori dal coro, chi sostiene fermamente non vi sia stato progresso alcuno. Fino a qui tutto normale. Ciò che risulta particolarmente inverosimile è che in questo caso quel qualcuno insiste nell’affermare che si è andati indietro, addirittura più indietro dell’ormai datata versione 1.0. “Esagerato!”, direte; e invece no: non è il parere di un accanito detrattore del principale concorrente di Internet Explorer, bensì un bell’esempio di come non si deve programmare. E di come non bisogna gestire le cose.
Se qualcuno di voi ha recentemente visitato Yahoo! Italia! Mappe! capirà esattamente ciò di cui sto parlando. E’ piuttosto stupefacente trovarsi una schermata con il logo di TuttoCittà grosso così in cui ti viene spiegato che no no no, non ci siamo. Il servizio d’altronde è compatibile solamente con Internet Explorer 6.0, Netscape 7.1, Mozilla 1.4, Firefox 1.0, Safari 1.2.1 o superiori: tu che hai Firefox 3.0 non puoi accedervi.
Devi aggiornare il tuo browser. Ecco qui i link da cui puoi scaricare Internet Explorer, Firefox e Netscape. Per il primo effettivamente finisci sulla pagina di download di IE7. Per il secondo, indovinate che versione vi viene proposta (suggerimento: la 3.0, tutto vi devo dire). Per il terzo, beh, il fatto che il titolo sia “The Netscape Archive” e che continui con un “Official End of Support” ci fa capire che la pagina non sia proprio recentissima. Aspetto che fa presupporre che la rassicurante frase “È in corso di realizzazione una versione per tutti i browser” sia lì solo per bellezza.
Gli aspetti stupefacenti sono due. Il primo: sono su Yahoo! e mi trovo una pagina su cui non esiste un riferimento che sia uno a Yahoo! Capisco che il motore di ricerca, famoso per la capacità di trattare con possibili acquirenti, si appoggi a terzi per l’erogazione di alcuni servizi, però una pagina web custom falla, dai: sembra che tu stia facendo pishing.
Il secondo: se il sistema non riconosce Firefox 3.0 come “Firefox 1.0 o superiore” è evidente che dietro hanno un pallosissimo elenco di tutte le possibili stringhe (dette anche user agent ) che i browser inviano per dire chi sono e in che incarnazione (versione). Se sei nell’elenco passi, altrimenti no. Sarebbe più intelligente impiegare un sistema di questo millennio: una banale funzione che ti processa la stringa e dà come risultato due variabili: browser e versione.
Se “browser” uguale a “Firefox” e “versione” maggiore uguale a “1.0” allora passi, altrimenti no, benvenuti nel 2000. Ma no, il fascino del vintage è forte, lo capisco. Va bene, vuoi il bel tabulato, affari tuoi. Ma allora aggiornalo, cavolo. E prevedi comunque un bottone per bypassare il controllo, che magari. inaspettatamente, funziona lo stesso. Come nel caso di Firefox 3.0. Già, perchè per evitare che qualcuno si inventi scuse clamorose come “eh, ma l’abbiamo fatto apposta, dovevamo risolvere dei problemi di compatibilità con il 3” ho fatto la prova. Ho digitato “about:config” e ho messo come agent Firefox/2.0: dite che così funziona o non funziona? (suggerimento: funziona)
Sono il primo a capire che piccole realtà possano incorrere in questo tipo di impicci. Yahoo! Italia! non se lo può permettere: vive di questo, fa solo questo e soprattutto ha le risorse per evitare o risolvere tempestivamente inciampi stupidi come questi. Era da poco che aveva risolto l’annoso problema della sua sezione Musica!, i cui video non erano fruibili con Firefox, ed ecco che ritorna l’idiosincrasia per quello che è niente popò di meno che il secondo browser più diffuso al mondo – non proprio l’ultimo arrivato.
Sono sempre più convinto che la unica ancora di salvezza di Yahoo! sia (o sia stata) la sindrome da shopping compulsivo di Ballmer , che si trova 55 miliardi di dollari da spendere e non sa da che parte iniziare. Oggi c’è solo una parola che descrive il famoso motore di ricerca: inadeguato.