Tutte le attenzioni sono ora rivolte ad Apple iPhone, che uscirà il prossimo 11 luglio. In realtà ci sono almeno altre due novità da tenere d’occhio nel mondo della telefonia mobile.
Una di queste è l’annunciata piattaforma Google Android, di cui Markingegno e Tambu hanno già parlato, l’altra è Openmoko, un progetto open source che va avanti da molti mesi ma che non è ancora riuscito a “sfondare”.
La filosofia alla base di Openmoko è quella di creare un sistema operativo mobile open source, in modo da favorire al massimo lo sviluppo di nuovi software e varie applicazioni pratiche, senza le limitazioni legate allo sviluppo su piattaforme proprietarie chiuse (come Windows Mobile, iPhone, ecc.).
Secondo i fondatori del progetto, una diffusione di questa filosofia porterebbe in breve tempo all’affermazione dell’ubiquitous computing, dato che programmare su piattaforme completamente aperte consente di raggiungere livelli di personalizzazione e adattamento senza paragoni.
Per incoraggiare concretamente lo sviluppo della piattaforma, Openmoko ha prodotto un proprio terminale, il Neo 1973, grazie al quale gli sviluppatori avrebbero potuto sviluppare software. Ebbene, Neo 1973 “sold out” in soli tre giorni. Ora Openmoko ci riprova con un nuovo modello, chiamato FreeRunner, che vuole ripetere il successo di Neo 1973 aprendo anche agli utenti finali.
Un elemento molto interessante di Openmoko è che anche l’hardware è, per così dire, open source nel senso che volendo è possibile costruire da zero un cellulare che funzioni con Openmoko, in quanto sono state rilasciate tutte le specifiche tecniche.
Riuscirà Openmoko a battere Android? Uscire prima non equivale a vittoria certa, anche perchè dietro Openmoko non c’è Google.