Si sente spesso parlare di limitazione alla libertà di espressione in Paesi liberticidi e noti anche per le tante violazioni dei diritti umani, come Cina, Russia ed altri, ma fa specie venire a conoscenza del fatto che anche in Italia a pestare i piedi dei potenti si rischia grosso.
È il caso dello sviluppatore e blogger Sergio Sarnari che ha raccontato tempo fa in un lungo post, quanto successo con la società produttrice di mobili Mosaico.
Riassumendo la lunga vicenda, che potete approfondire nel post di Sergio, è dal Maggio 2007 che Mosaico non avrebbe ultimato la propria prestazione prevista dal contratto di acquisto di mobili.
Ebbene, il post scatena un nuvolo di commenti a supporto o contro le tesi di Sergio, come normalmente avviene quando si scrivono post “forti”, ma uno di questi “gela” l’autore: si tratterebbe dell’amministratore di Mosaico che diffida l’autore del post e persino i commentatori dal continuare l’opera definita diffamatoria e annuncia una richiesta di risarcimento danni non inferiore a 400.000 euro.
Non è di mio interesse entrare nel merito della vicenda, dato che non conosco né l’autore del blog né tanto meno la società, anche se confesso che da laureando in Giurisprudenza fatico a rintracciare elementi diffamatori nel testo (ammettendo che Sergio abbia in mano le carte che dice di avere).
Ciò che mi preme evidenziare è la lontananza che ancora nel nostro paese c’è tra consumatore ed azienda. È ormai arcinoto, ma non alla società Mosaico evidentemente, che il miglior modo per riparare ad un passaparola negativo sviluppatosi in rete non è quello di portare in tribunale il cliente, ma quello di risolvergli il problema.
Un cliente felice e soddisfatto è un cliente che parlerà sinceramente bene dell’azienda, ponendo una “pezza” alla prima ondata negativa in modo certametne più efficace di quanto può fare una lunga e costosa causa.
Insomma, pur sapendo che il nostro Paese è molto indietro, spiace rilevare di tanto in tanto questi indicatori che lasciano intravedere una situazione ben peggiore di quella che ci si immagina.