In Appunti Digitali parliamo di netbook fin da prima che esistesse la parola netbook. Fin da quando Asus, in quello che molti giudicano un vero e proprio peccato originale, uccise la nicchia dei cd. UMPC con una famiglia di prodotti altrettanto leggera e (poco) prestante che ebbe lo storico merito/demerito di sviluppare volumi di vendita enormi abbassando però il prezzo medio di vendita di tutto il mercato PC, con conseguente abbattimento dei margini degli OEM e dei produttori di silicio.
A 5 anni dal debutto, il netbook sta lentamente diventando un oggetto del passato: è di pochi giorni fa la notizia secondo cui Lenovo non venderà più netbook online. La stessa Asus, iniziatrice del trend, è ormai tutta rivolta al segmento ultrabook, così come Acer nel cui sito istituzionale sono presenti solo due modelli di netbook.
Benché esista ancora una folta schiera di estimatori del formato, i giorni del netbook sono effettivamente contati, con i residui stock che verranno spinti solo sullo scaffale e il tasso d’innovazione che andrà azzerandosi. A giustificare questo trend da un lato c’è l’esigenza dei produttori di riportare il focus su dispositivi PC a più elevato margine (la parola del momento è ultrabook, la generazione di simil-Macbook Air spinta da Intel). Dall’altro c’è il boom dei tablet, oggetti che, particolarmente per un modello d’uso “casual”, hanno rubato la scena ai netbook presso fette di pubblico sempre più vaste. In ultimo c’è una parte di utenti che nel netbook non trova più utilità, e che preferisce allocare un budget superiore in cambio di processori e GPU più prestanti, schermi a più elevata densità, dischi a stato solido performanti.
È interessante notare che questa inversione di tendenza nel mondo PC – il progressivo ritorno a terminali più accessoriati costosi dopo la sbornia di netbook – avviene in concomitanza con l’accelerazione del cloud computing. Segno che, con buona pace di Google e il suo costoso Chromebook, chi acquista PC desidera maggiori funzionalità (il cloud) senza rinunce sul piano funzionale e prestazionale.
Il ritorno al thin client è dunque già finito? Tutt’altro, solo che non riguarda il PC propriamente inteso ma il tablet. È per questo che, in barba a qualche mia sbilenca previsione (o più che altro auspicio), ci attende un futuro “multidevice”. Ne parleremo presto sulle colonne di AD.