Dopo avere introdotto la scorsa settimana un argomento di cui tanto si parla, ovvero i Trattamenti Meccanici Biologici, detti anche “a freddo”, ed avere esaminato in cosa consistono, andiamo oggi ad analizzare alcune tecnologie specifiche che riguardano tali processi.
TECNOLOGIE SVILUPPATE PER IL TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO
Nell’ambito dei processi di TMB sono state presentate differenti soluzioni ad opera di aziende, soluzione spesso coperte da brevetti e che prevedono opportuni sistemi per il trattamento dei rifiuti sviluppati in modo da ottenere determinate prestazioni, e tra queste tecnologie hanno riscosso una certa notorietà le seguenti:
- Processo ArrowBio
- Processo UR-3R
- Processo VMPress
- Processo EMBio
- Processo THOR
IL PROCESSO ARROWBIO
Tale processo è stato sviluppato dalla società ArrowEcology, azienda di Ingegneria operante nel settore dei servizi di gestione ambientale e, nelle sue basi, rappresenta un classico esempio di TMB le cui particolarità risiedono nella modalità di trattamento dei materiali.
I materiali in ingresso possono essere differenziati alla fonte oppure essere non differenziati, ed in entrambi i casi si rende necessaria una loro separazione in base a vari parametri (ovviamente in presenza o meno di differenziazione alla fonte questo compito è più o meno gravoso).
Tale separazione avviene per varie fasi: una prima fase prevede la rottura dei sacchi ed un primo trattamento manuale di separazione al quale segue il trattamento vero e proprio, ovvero la separazione delle varie categorie costituenti il rifiuto mediante l’impiego di un bagno di acqua nel quale vengono essi vengono dispersi e separati in virtù della differente densità delle varie componenti, oltre che con l’ausilio di dispositivi quali magneti, sistemi a correnti indotte, sistemi pneumatici, ecc.
Da tale fase si ottiene in uscita del materiale organico che viene inviato al trattamento biologico, del materiale riciclabile quali plastiche, vetro e metalli e del materiale residuo da destinare allo smaltimento in discarica.
Il trattamento biologico permette di produrre vari componenti, quali biogas e materiali fertilizzanti.
Lo schema del processo è sintetizzato nella seguente immagine:
Tale tecnologia viene attualmente utilizzata in un impianto costruito in Israele, precisamente a Tel-Aviv in prossimità di una discarica da ripristinare ambientalmente ed opera su una portata di 40.000 t/anno di rifiuti.
Altri impianti di potenzialità più elevata sono in costruzione in altre parti del mondo, ma al momento una valutazione di tale tecnologia è complessa in quanto i dati a disposizione sono molto ridotti.
IL PROCESSO UR-3R
Tale processo, sviluppato dalla Global Renewables e rappresentato in breve nella seguente immagine, consiste in una prima fase di separazione ad opera di un dispositivo indicato come ResourceSort Technology sul quale è pendente un brevetto industriale.
Tale processo di separazione suddivide il materiale per categorie e le rende disponibili per i processi successivi, i quali consistono principalmente nell’invio dei materiali riciclabili a tale applicazione mentre la parte rimanente viene inviata all’unità di percolazione ISKA, basata su una tecnologia brevettata della quale la Global Renewables risulta licenziataria in vari parti del mondo.
Al termine di questo processo si invia il materiale all’impianto di digestione anaerobica (in realtà incluso nel sistema ISKA) per la produzione di Biogas mentre una parte di esso subisce il trattamento di compostaggio divenendo fertilizzante.
I PROCESSI VMPRESS – EMBIO – THOR
Molto brevemente illustriamo anche altri processi e tecnologie di cui si inizia a sentire parlare, ma che sono ancora ad uno stato evolutivo piuttosto embrionale e pertanto la loro valutazione, oltre che il loro esame da un punto di vista del processo, risulta particolarmente difficoltoso.
Il processo VMPress consiste essenzialmente nel trattamento dei rifiuti, a valle del processo di raccolta differenziata e del riciclaggio della frazione riciclabile mediante elevata pressione, applicata ad essi attraverso l’impiego di una speciale pressa che li trasforma in una poltiglia composta in parte dalla frazione organica umida (circa il 40%) ed in parte dalla frazione secca (il restante 60%).
La frazione umida così trattata si presta ad essere inviata al digestore anaerobico per la produzione di Biogas per fini energetici, mentre la frazione secca si presta alla produzione di CDR – Combustibile Derivato dai Rifiuti per l’impiego nei moderni impianti di Termovalorizzazione.
Il processo EM-Bio consiste nell’impiego di una serie di microrganismi i quali, utilizzati nei trattamenti della frazione organica umida permettono di accelerare la fermentazione degli stessi e produrre dei fertilizzanti.
Il processo THOR (acronimo di Total HOuse waste Recycling ) è un processo di recente introduzione ad opera del Consiglio Nazionale delle Ricerche – C.N.R. e dell’azienda Italiana Assing S.p.A. e consiste in un sistema puramente meccanico per la separazione e trattamento dei rifiuti, in particolare esso prevede la trasformazione del rifiuto in una polvere costituente il combustibile, a valle del trattamento di separazione dei metalli ferrosi e non, così come dei materiali inerti.
Tale processo di tritatura “micronica” (ovvero capace di produrre particelle micrometriche) genera temperature tali da separare parte del cloro presente nei materiali trattati, cloro che si manifesta principalmente come acido cloridrico e che viene trattato opportunamente.
Il risultato di tale processo è pertanto un combustibile finemente polverizzato, per certi versi assimilabile al carbone in termini energetici.
Con questo è tutto anche per oggi, vi rinnovo l’appuntamento a lunedì prossimo sempre con la rubrica Energia e Futuro, naturalmente su AppuntiDigitali.