Eccoci al terzo appuntamento con la storia di Lotus.
L’era Windows e la scelta di OS/2
Come tutte le altre software house, Lotus non può esimersi dal prendere atto che Windows con la versione 3.0 (1990) ha ormai tracciato la strada per il futuro degli ambienti a finestre, nonché per la realizzazione di nuove tipologie di applicazioni e nuove modalità di interazione basate, prima di tutto, sul mouse.
In realtà Lotus aveva già la realizzato software in grado di utilizzare al meglio tali tecnologie, utilizzando, però, la piattaforma NeXT su cui era stato realizzato Improv, un nuovo tipo di spreadsheet definito “spreadsheet dinamico”, in quanto in grado di visualizzare ed analizzare i dati in maniera multimodale. Improv non ebbe particolare successo anche se riuscì a ritagliarsi un discreto numero di seguaci soprattutto in ambito finanziario.
Lotus Improv su NeXT
La società sceglie in controtendenza di non rilasciare specifiche versioni delle proprie applicazioni (1-2-3 in particolare) per Windows, probabilmente per non assecondare i piani di BigM, e decide di concentrarsi su OS/2, ormai fuori dall’ecosistema Microsoft.
Purtroppo la scelta si rileva disastrosa poiché l’OS di IBM resta relegato ad una nicchia di utenti ed è subito chiaro che si avvia ad un inesorabile tramonto. La stessa Lotus decide di tornare sui suoi passi abbandonando lo sviluppo di 1-2-3 per OS/2 subito dopo il rilascio della prima versione e rivedendo la propria strategia, anche in seguito all’entrata in scena di un terzo competitor (oltre Excel) nel settore degli spreadsheet, ovvero Borland con il foglio elettronico Quattro-Pro. Lo stesso improv era stato inizialmente pensato per OS/2 ed approdò su NeXT perché era l’unico sistema in grado di offrire un ambiente paragonabile, anche se con enormi differenze, al morente OS di IBM. Manzi tenta allora di tuffarsi nel settore delle Reti e prova a creare una joint venture con Novell per costituire un nuovo colosso. L’accordo, però, sfuma all’ultimo momento poiché la società di Noorda non intende correre il rischio di essere “assorbita” da Lotus.
Avendo accennato a Quattro-Pro è simpatico citare l’aneddoto secondo il quale Borland scelse il nome del proprio foglio elettronico prendendo in prestito la traduzione italiana di “four”(4), volendo indicare che il proprio prodotto era un passo avanti ad 1-2-3.
Tornando a Lotus, Manzi continua l’assalto al settore networking spingendo sul prodotto sviluppato dalla Iris Associates Inc di Ray Ozzie (e finanziata da Lotus) per la collaborazione in rete, ovvero Lotus Notes, presentato ufficialmente nel 1989.
La prima versione di Note
Per descrivere la visione di Ozzie, è interessante citare quanto detto da uno sei suoi più stretti collaboratori, l’ing. George Moromisato:
“Non avevamo mai avuto problemi a credere che questa [Notes, ndr] fosse la grande novità del futuro, perché la utilizzavamo tutti i giorni. Ray aveva già strutturato la sua vita in un modo che a quei tempi era molto strano. Sua moglie e i suoi figli avevano tutti l’email: tenevano un calendario condiviso su Lotus Notes. Era come dare uno sguardo a ciò che alla fine sarebbe diventato il mondo, e perciò tutti noi credevamo in quella visione.”
Nel frattempo (1991) viene presentata la prima versione della suite office per Windows targata Lotus: SmartSuite, che comprende Freelance per Windows, 1-2-3 per Windows 1.1, cc:Mail, MailPro per Windows 2.0, portando finalmente 1-2-3 nell’ambiente a finestre Microsoft.
Si tratta in realtà di una suite un po’ anomala se paragonata a Microsoft Office o Novell/WordPerfect Office. Manca infatti un wordprocessor e un database, mentre è presente cc:Mail (acquistato da PCC Systems per 32 milioni di dollari) che permette di inviare email con una qualsiasi delle applicazioni della suite, perfettamente in linea con la network- philosophy.
IBM, da sempre vicina a Lotus, decide di utilizzare Notes e cc:Mail, spianandole la strada grazie all’ampia influenza dei propri sistemi nel settore networking. Inoltre SmartSuite viene fornita in bundle da diversi produttori OEM.
L’assenza di un wordprocessor, però, è un grave handicap da colmare velocemente, per cui Lotus decide una strada diversa da quella che ci si sarebbe potuto aspettare: piuttosto che effettuare una conversione delle proprie applicazioni Dos Based (o comunque sfruttarne il know-how di sviluppo relativo), la società decide di effettuare una serie di acquisizioni. Per 50 milioni di dollari fa propria Samna e il wordprocessor AmiPro per Windows 3.0 (Ami era stato il primo Wordprocessor per Windows 2.x nel 1988, anticipando Word per Windows di 1 anno) e aggiorna SmartSuite alla versione 1.2 (1992).
L’aggiornamento comprende: Lotus 1-2-3 per Windows, AmiPro per Windows, Freelance Graphics per Windows, e cc:Mail for Windows. Da segnalare che di AmiPro viene venduta anche versione “entry level” chiamata Lotus Write.
Nel 1992 arriva l’acquisizione di Threadz (1992), produttore di Organizer per Windows e destinato a sostituire Agenda, ma il mercato di riferimento di Lotus è ormai quello delle reti, visto il successo di Notes e l’acquisizione di Irisis Associates nel 1994. Nello stesso anno la società cerca di sviluppare (con Borland, Novell ed Apple) un nuovo standard di messaggistica elettronica che superi i limiti dell’email e permetta di comunicare con sistemi eterogenei grazie a quella che viene chiamata (Lotus) Open Messaging Interface.
SmartSuite non viene però abbandonata e, per completarla, Lotus completa l’acquisizione della start-up Approach (1994) e dell’omonimo database (vincitore di oltre 30 premi nel 1991, anno del suo rilascio).
Così nel 1994 arriva SmartSuite 2.1, con: AmiPro 3.0, 1-2-3 4.0, Freelance Graphics 2.0, Approach 2.0 e Organizer 1.1 , seguita dalla prima ed unica versione per OS/2 (identica alla versione 1.2 per Windows ) e dalla versione 3 per Windows.
Lotus SmartSuite 3 per Windows e Lotus SmartSuite per OS/2
La proposta Lotus è comunque decisamente inferiore a quella della concorrenza, Microsoft Office in primis, nonostante la forte integrazione di tutte le sue componenti con le Reti attraverso cc:Mail.
A tal proposito David Watkins di Borland scrive:
“I don’t think customers want to sacrifice the capability of one product for the integration. There will always be demand for leading-edge products.”
cosa più o meno avvallata esplicitamente anche da diversi articoli apparsi sui giornali dell’epoca, primo tra tutti PC-Week. Nonostante questo, a Lotus viene unanimemente riconosciuto il fatto di essersi completamente reinventata, così come affermato da Glenn Rifkin sul New York Times:
“Lotus has essentially reinvented itself, shifting from being a declining one-product spreadsheet maker to a multi-product leader with highly rated offerings in word processing, electronic mail, graphics, and data base and spreadsheet applications…”
Notes è ormai diventato uno standard de facto, tant’è che anche Microsoft e Borland, che non hanno soluzioni analoghe, annunciano l’integrazione delle proprie applicazioni con esso. Inoltre il prodotto è una vera e propria miniera d’ora, visto l’approccio a “contratto” e non a “pacchetto” della sua vendita, cosa che costringe le aziende utilizzatrici a versare una quota annuale a Lotus per il suo utilizzo. Questo modello venne accomunato a quello di utilizzo dei Mainframe, tipicamente in time-slacing, da Davi Readerman (analista di Lehman Brothers) che nel 1993 disse:
“Notes gets Lotus into the model of a traditional mainframe or minicomputer software maker.”
Nel 1991 vengono vendute 112.000 copie di Notes e tra gli acquirenti figurano società del calibro di General Motors e il gigante delle assicurazioni Metropolitan Life.
Ma proprio questa enfasi nello sviluppo della soluzione per il groupware, porta la società a fare un grosso errore strategico: relegare al minimo indispensabile lo sviluppo delle applicazioni desktop della suite SmartSuite, lasciando campo libero a Microsoft e a Novell (quest’ultima adotta una politica diametralmente opposta ma completamente fallimentare). Ciò porta Lotus a non capire che il mercato oltre a richiedere una nuova e forte integrazione tra le suite di ufficio e gli emergenti strumenti di Rete, reclama applicazioni potenti e flessibili, cosa che, ormai, la società di 1-2-3 non è più in grado di garantire.
Anche la politica relativa a Notes ha i suoi lati oscuri: se è vero, come appena affermato, che il prodotto era la gallina d’oro di Lotus, è anche vero che l’alto costo ne limitò l’accesso solo a organizzazioni con una certa disponibilità economica: si pensi che il costo della “Notes Solution” era di ben 62.500 dollari per: duecento licenze, 5gg di assistenza on-site di tecnici Lotus e 6 mesi di supporto telefonico.
Il prossimo e ultimo post sarà dedicato all’era IBM e alle nuove sfide del settore networking.