La tecnologia alla base del progetto che sto per descrivervi, quando sarà matura modificherà radicalmente il nostro modo di ricercare informazioni, comunicare e in tutta probabilità di pensare. Immaginate ad esempio un motore di ricerca di foto e filmati che invece di un input testuale permetta di partire dall’upload di un’immagine o da uno schizzo realizzato col cursore in un apposito campo. Finché la tecnologia non sarà matura e pronta per applicazioni così importanti meglio sperimentarla per scopi modesti e un po’ più personali.
Flo è un bellissimo gatto che vuole tanto bene alla famiglia che lo ospita, al punto che ama riportare a casa come dono, dei topi morti cacciati da lui stesso, che carino!
Il suo proprietario evidentemente non sentendosela di punire a sculacciate tanta generosità felina ha deciso di risolvere il problema utilizzando tecnologie da fantascienza e tanto spirito hobbistico. I particolari nel seguito.
Un’immagine è sempre composta da un insieme di elementi logici che il software che utilizziamo oggi non comprende. Per il computer le immagini non sono altro che una sequenza di pixel, è soltanto il nostro cervello che da un senso a questa griglia di punti. Se fotografate il volto di una persona da due angolazioni differenti la mappa dei pixel risulterà profondamente diversa tra le due immagini, eppure la vostra mente sarà in grado di riconoscere gli stessi elementi nelle due foto, che avranno a quel punto un significato molto simile per voi. Questo perché la nostra mente non ricorda una ghiera di pixel di un volto ma ne ricorda le caratteristiche, che potranno essere riconosciute e identificate da ogni angolazione e in ogni situazione di luce.
Può un elaboratore fare altrettanto? C’è chi sta provando ad insegnarglielo e, visto che i grandi applicazioni che cambieranno le nostre vite non sono ancora alla portata di questa acerba tecnologia qualcuno ha pensato di fare un po’ di esperimenti su un gatto, ma senza fargli del male!
Il computer che vedete ospita un software collegato alla chiusura della porticina da cui entra ed esce il Flo a suo piacimento e tramite un attuatore, ed è il computer stesso a permettere l’accesso o meno alla bestiola.
Il meccanismo non impedisce in nessun modo l’uscita del gatto, ma quando questo rientra deve oltrepassare una piccola galleria costruita dal laborioso proprietario.
A sinistra vedete una specie di torcia elettrica gialla, nella quale in realtà si cela una telecamera che, attraverso lo specchio è puntata contro il lampadario circolare che vedete a destra. Il foro centrale corrisponde alla porta che Flo deve attraversare per entrare, sempre che questa glielo consenta.
Entriamo quindi nel vivo della questione: la telecamera fissa 24 ore su 24 la lampada trasmettendo l’immagine al computer che la elabora in tempo reale, quando il felino rientra deve obbligatoriamente passare tra la luce e l’occhio digitale scrutatore.
Quando Flo rientra il software scatta un’istantanea alla sua ombra e esaminando il profilo cerca di capire se ha di nuovo riportato a casa un presente (morto) o meno. Se in bocca l’animale ha una preda la porta rimane chiusa, si apre invece quando il computer riconosce il profilo di Flo senza corpi estranei.
Se volete saperne di più potete consultare il sito di Quantum Picture dove tra l’altro trovate la pagina che vi informa di tutti gli spostamenti di Flo.
Data la genialità dell’invenzione ci aspettiamo che venga acquisita da Google e inserita tra le applicazioni presenti nei Labs, ovviamente rivisitata in chiave Web 2.0 e AJAX con la possibilità di condividere il calendario degli eventi del proprio gatto, potendo così oltretutto creare una classifica mondiale per premiare il gatto predatore più vorace del mondo.