Il candidato premier uscito vincitore dalle ultime elezioni politiche non è ancora stato incaricato dal Presidente della Repubblica, ed ecco che già riaffiorano preoccupanti proposte di legge che pensavamo morte e sepolte.
Parlo della proposta di Ricardo Levi, personaggio salito alla ribalta delle cronache per l’infelice idea di rendere più difficoltoso (e pericoloso) tenere un blog, di fatto equiparandolo a testata giornalistica.
Al tempo già parlai della stravagente idea di tassare i blogger e rendere loro molto più complicato l’esercizio del diritto di libertà di parola costituzionalmente garantito. All’epoca persino ministri ed alcuni giornalisti (tradizionali) criticarono pesantemente l’idea, facendola chiudere in un cassetto.
Levi non si è dato però per vinto e, col cambio dell’esecutivo, tenta di sottoporre nuovamente la sua proposta all’attenzione del nuovo gruppo dirigente nel quale, purtroppo, sembrano esserci gli interessi giusti perché questa legge passi.
Del resto vista l’attuale composizione del Parlamento, l’età media dei parlamentari e i loro legami con i vari gruppi di potere è facile capire che una politica conservatrice che freni l’innovazione e la libera espressione dei singoli cittadini, sia molto ben vista.
Più volte parliamo di come il web dia voce al singolo talvolta riuscendo a dargli più visibilità di quanta ne abbiano importanti quotidiani e questo chiaramente non piace a chi, anziché cogliere il cambiamento e sfruttarlo positivamente per arricchire sé stesso e la società, non volendo evolversi tenta in tutti i modi di frenare gli altri.
La blogosfera non starà certo a subire passiva bavagli e tasse liberticide, vedremo quali saranno le prossime mosse del nostro legislatore e quali le reazioni della rete.