Quello che sto per affrontare è un argomento che probabilmente a molti di voi è costato soldi e abbondanti imprecazioni: parliamo delle ventole di raffreddamento che equipaggiano le schede grafiche.
Quante volte vi è capitato di incontrare frequenti blocchi di sistema, affrettarvi a reinstallare anche i driver del monitor, smontare quindi il computer pezzo per pezzo, per poi rendervi conto che altro non era se non la meschina ventola cinese da 5 centesimi ad essersi inesorabilmente bloccata?
Quante volte in preda a crisi isteriche vi siete ritrovati con una scheda grafica da qualche centinaio di euro tostata, a causa di un componente che, a spenderci solo un euro in più, sarebbe durato almeno fino al rilascio delle DirectX 11? O peggio, con la ventola rotta ma la scheda funzionante, e come unica opzione, quella di acquistare una soluzione aftermarket dalle dimensioni astronomiche e il nome altisonante?
Sorgono spontanei alcuni quesiti, e mi piacerebbe davvero che qualche product manager del settore mi leggesse.
1: Negli ultimi anni il packaging delle schede grafiche retail è andato gonfiandosi a dismisura: scartare una VGA di ultima generazione significa ormai ritrovarsi con circa cinque chili di demo software, CD stracolmi di inutility e craplets assortite, metri cubi di manuali tradotti anche in greco antico, cavi, cavetti e adattatori di ogni genere compreso quello per il Telefunken in soffitta. Ora il prezzo di tutta questa roba – che tempo una settimana finisce rigorosamente nell’immondizia – non avrebbe coperto quello di una ventola decente con cuscinetto a sfera, e magari anche una di ricambio?
2: Che le ventole di raffreddamento del computer debbano resistere innanzitutto alla polvere lo sanno anche i bambini. Per quale motivo non vengono adottate in massa ventole con cuscinetti a sfera sigillati? Quale enorme costo di produzione si aggiungerebbe?
3: Considerando la scarsa qualità delle ventole di primo equipaggiamento, per quale motivo non ne vengono offerte di ricambio? È giusto costringere il cliente a ricorrere a costose soluzioni quasi-compatibili?
Ma niente, fin da quando esistono le schede grafiche con raffreddamento attivo, esistono in massa ventole da quattro soldi. La logica di questa operazione sorge piuttosto spontanea – potrei scrivere un teorema sul numero di ore che passa dalla scadenza della garanzia al blocco della ventola – ma passiamo oltre.
Arriviamo così al momento in cui, sudati, frustrati e incazzati, abbiamo acquistato per una trentina di euro il nostro dissipatore alternativo (la scheda ormai ne vale 50 ma una nuova costa almeno il triplo). Ci troviamo quindi di fronte a un mastodonte, che occupa 1 o 2 slot PCI sotto quello AGP o PCI-E e ci costringe a rimuovere/riordinare le periferiche PCI, con gran gioia di Windows.
Lo montiamo ma, essendo lui compatibile con una gamma di VGA che va dalle VESA Local Bus dei primi anni ’90 fino alle ultimissime triple-SLI, appare ancorato alla nostra in modo molto precario. In più pesa una mezza chilata e non osiamo immaginare in cosa trasformi la nostra povera VGA quando nel case inizia a fare caldo. Morale della favola, spesso e volentieri è proprio da lui che arriva il colpo di grazia alla nostra già malmessa scheda grafica.
Non ci resta quindi che acquistarne una nuova – non prima di aver saltato a piedi uniti sulla vecchia, con tutto il suo super-turbo-glacial-age-generator. E magari optare per una soluzione fanless, in modo da estirpare alla radice il problema. In attesa che in qualche remoto ufficio marketing giunga il nostro lamento, e diventi finalmente chiaro che per il cliente vale di più una ventola decente che una scatola gigante, anche se decorata con donne seminude che annientano alieni dal deretano tonante.