Cosa NON posso fare col mio netbook…

Di recente alcuni miei amici hanno avuto una discussione incentrata su un oggetto che da qualche tempo ha smosso un po’ le acque nel panorama dell’IT, e di cui abbiamo parlato anche qui su Appunti Digitali: l’iPad.

Premesso che di lotta impari si trattava, in quanto vedeva contrapposti ben due utenti Apple (di cui uno di lunghissima data) e un filo-linuxiano, quando si parla di cose del genere l’argomento passa velocemente dalle caratteristiche del gioiellino, al prezzo, e da lì subito alle alternative possibili, con conseguenti batti e ribatti che hanno interessato anche i netbook e, in particolare, il mio.

Da un mesetto, infatti, sono un felice possessore di un modello basato su Atom N450 a 1,6Ghz, 1GB di RAM (che ho portato a 2) e 160GB di hard disk, monitor LED da 10″ a 1024×600, batterie a 6 celle che arriva fino a circa 7 ore di autonomia (contro le 8-8,5 dichiarate dalla casa madre), Wi-Fi, webcam, ecc., per un peso di 1,2KG. A parte il Bluetooth che manca è, quindi, fornito di una dotazione “standard”.

Sebbene Steve Jobs abbia indicato in alcune “mancanze” dei netbook le motivazioni alla base dell’ideazione dell’iPad, chiaramente un confronto fra i due non ha assolutamente senso: si tratta di due prodotti diversi, anche se con qualche punto in comune (a mio avviso la portabilità, lo schermo e l’autonomia, presi con le dovute cautele).

Per uno dei due fanatici della mela sembra, però, che per il netbook non ci sia proprio spazio: costerebbero troppo (anche se il mio l’ho preso in offerta a 199€, la bacchetta da 2GB di DDR2-800 m’è costata 40€, e il mouse USB altri 5) per avere in mano qualcosa di buono (ci sono andato molto leggero: i commenti sono stati di tutt’altra natura), fanno pena con Windows, per cui è meglio pensare a un notebook, col quale “ci si può fare di più”.

Il colmo è stato raggiunto quando è venuto fuori che uso il netbook per sviluppare: ovviamente era impossibile, perché farci qualcosa di “serio” con un netbook, per giunta scarso (visto che è pure economico), è fuori dalla realtà: ci vuole almeno un Core 2 Duo (perché i netbook sono lenti come la morte), 4GB di ram, e poi il display è troppo piccolo, come pure la tastiera di dimensioni ridotte.

A una prima, veloce (ero alla PyCon4 e dovevo tenere due talk, per cui il poco tempo lo passavo a sistemarmi le slide e in monologhi), risposta piccata che ho scritto all’amico linuxiano, ne è seguita un’altra quando gli impegni sono venuti meno e ho avuto un po’ più di tranquillità e possibilità di riflettere sull’accaduto, stendendo un’altra mail (datata 10 maggio) che raccontava un po’ le mie vicissitudine di quei giorni col piccolino, che ho deciso riportare di seguito per condividerle con voi, visto che è un pezzo che mi frulla in mente quest’idea.

Oggi giornata piena a lavoro, a Pontedera (in provincia di Pisa, dove abbiamo una sede), e ovviamente sempre col netbook.

Inutile dire che non ho potuto fare niente. Perché, “ovviamente”, non posso scrivere mail di lavoro (chilometriche, perché sono abbastanza prolisso e dettagliato): non ce la farei con questa tastiera, soprattutto a velocità decenti. Siccome mi ci vorrebbe un’eternità ho deciso che, col netbook, non scriverò più nulla. E altrettanto ovviamente la mia azienda sarà libera di mandarmi a zappare la terra, perché di un programmatore che non può scrivere non se ne può fare niente. Nel frattempo mi eserciterò e sono sicuro che da qui a quando andrò in pensione (semmai ci arriverò) dovrei avere buone probabilità di riuscire a scrivere la letterina a Babbo Natale, anche se non so per quale Natale riuscirò a scriverla, ma sono ottimista e nutro buone speranze di potercela fare… prima o poi; al limite la completeranno i miei pronipoti, se avranno più fortuna di me.

A parte le mail, e come ti dicevo prima, ormai da un po’ di mesi utilizzo NetBeans (6.7.1, con una dozzina di plugin installati) per lavorare. Ma sappiamo bene che è un mattone e richiede necessariamente computer spaziali, per cui ho deciso anche qui di non usarlo. Certo, avrei dovuto impiegarlo per analizzare alcuni sorgenti Python di un server che ho scritto, perché oggi avrei dovuto avere una riunione con alcuni miei colleghi in cui dovevamo discutere di alcune problematiche. Fa nulla, ma sono sicuro che, essendo persone comprensibili, capiranno: non si può certo usare un netbook con NetBeans! Per cui ovviamente NON ho sguazzato fra i file dei miei progetti, non ho scrollato il codice (eresia! Ma t’immagini la velocità? Una moviola sarebbe di gran lunga più fluida), analizzato, fatto ricerche, sistemato alcune cose. Nulla di tutto, perché… non si può! Quindi niente riunione, e coi miei colleghi abbiamo deciso di rimandare tutto alla prossima occasione in cui saremo tutti e tre presenti. E l’azienda è ovviamente contenta di tutto ciò. Sai che bei sorrisi del mio responsabile, anche se non mi sembrano dettati dalla gioia, ma fa nulla: so che è una persona comprensibile e capirà.

Dopo la riunione che non ho fatto, non ho nemmeno aperto un PDF con l’ultima versione di Acrobat Reader, anche perché installarla sarebbe stato inutile, visto che non avrebbe girato oppure sicuramente non mi avrebbe permesso di aprire quel file di ben 1780 pagine (è il manualone di Ice 3.2.1, un framework per realizzare middleware che utilizziamo in azienda, e di cui ho parlato al primo talk della PyCon4). Ma t’immagini la scena? Sarebbe stato un inferno, con scrolling vergognosamente scattoso. E poi la ricerca sarebbe stata talmente lenta, che avrei fatto prima a leggermele tutte, quelle pagine. Per cui, anche qui, ho deciso di farne a meno. E ovviamente siamo tutti contenti così, e si vedono sorrisoni a 64 denti (64 è più fico di 32: think different), anche se l’aria non mi sembra conciliante, ma sarà soltanto la mia impressione.

Durante la giornata NON ho potuto nemmeno usare Opera, che impiego per navigare e leggere la posta: anche se è uno dei browser più veloci in circolazione, sarebbe stato sicuramente lentissimo su questo catorcio. Poi io lo stresso particolarmente: ho non meno di una decina di pagine sempre aperte, e nel corso di una giornata ne apro tante altre (facendo lievitare notevolmente il consumo di memoria allocata). Ad esempio ieri sera, dopo aver cenato, avrei voluto aggiornami, visto che in questi giorni ho avuto poco tempo per farlo. Normalmente avrei aperto un’altra 50-60ina di pagine a botta (io preferisco aprire tutte le pagine che m’interessano, per poi leggermele una alla volta), ma il consumo della CPU sarà schizzato alle stelle (anche perché questo microprocessore è troppo scarso: pensa che gli fa concorrenza persino l’8086 a 4,77Mhz dei bei vecchi tempi), e poi la memoria… ne avrei consumata talmente tanta da mandarlo in crash sicuramente. Quindi nulla, ho lasciato perdere e sono rimasto tagliato fuori dal mondo; non ho nemmeno aperto La Repubblica per vedere se ieri avesse vinto Webber e Alonso sarebbe arrivato secondo; lo farò con comodo domani sera, al mio ritorno, col mio fido PC di casa (anche se ha mezzo giga di memoria in meno, ma questo non conta: non è un netbook, per cui funzionerà sicuramente meglio; anzi, mi correggo: semplicemente… funzionerà!). Tra parentesi, ho anche FireFox installato, e non l’ho certo usato mentre era aperto Opera: già quest’ultimo è sufficiente per ammazzare il sistema, per cui al più avrei potuto usarne uno, e magari lanciare FireFox per vedere soltanto se sarebbe riuscito a partire (indubbiamente in un tempo prossimo a +infinito), perché si sa che su questa carriola sarebbe inusabile.

Avrei pure voluto dare un’occhiata al codice del mio progetto, wpython, di cui ti ho parlato tempo fa, ma su Windows serve Visual Studio (io uso la Express 2008), e anche questo è un pachiderma come NetBeans, per cui ho detto basta. Ho lasciato perdere e non ho girovagato nel codice della virtual machine (poi è codice C, per cui mi vengono i brividi soltanto a guardarlo).

A questo punto ho maturato una drastica decisione: visto che non posso farci proprio nulla con questo netbook (figuriamoci lanciare assieme tante applicazioni così pesanti; infatti è meglio farci girare il DOS, che è strettamente batch / monotask, per non correre rischi), allora… passo all’iPad, sul quale sono sicuro che non soltanto potrò fare le stesse cose, ma anche molto di più. Poco importa che costi almeno il doppio, e che sia nato per altri scopi (il netbook, invece, non ha nessuno scopo: non serve a nulla, perché non puoi farci niente), ma poi ricordiamoci che è un prodotto Apple, quindi come minimo è fico e trendy, che è la cosa più importante…

Il netbook me l’aveva chiesto mia figlia, ma a causa di tutto ciò penso che avrebbe problemi simili ai miei. Lo darò, quindi, al piccolo di 3 anni: l’unico che sarà sicuramente in grado di farne un “buon uso”; d’altra parte se lo chiamo affettuosamente “Attila” ci sarà un motivo, no?

OK, per adesso è tutto. Ringrazia i nostri amici per avermi aperto gli occhi: ho visto la luce (rigorosamente monocromatica; prima era a colori, ma poi, si sa: think different, e torniamo ai tempi del primo e buon vecchio Macintosh).

Cesare

P.S. Scusami per la lunghezza della mail (che sto scrivendo da un Commodore 64 collegato tramite userport a un modem a 300 baud; col netbook, lo sai, non ci sarei riuscito). Normalmente ne scrivo di più lunghe, ma spero che anche tu mi capirai, perché in questo momento ho delle enormi difficoltà a farlo.

A parte la vena poco velatamente sarcastica, penso sia chiaro lo scopo: evidenziare come con un netbook, per quanto l’hardware non sia certo comparabile con quello di un PC desktop, si riesca agevolmente a lavorare anche con applicazioni decisamente pesanti come NetBeans, e altre aperte contemporaneamente (con l’HyperThreading che sicuramente dà un’ottima mano, visto che il sistema rimane decisamente reattivo).

Da questo punto di vista Windows 7 Starter Edition sembra il compagno ideale per questi pregevoli aggeggi, e non fa assolutamente rimpiangere XP: non trovo, infatti, nessun motivo per preferirgli quest’ultimo. Andava già benissimo con 1GB, e ne ho aggiunto un altro esclusivamente per il numero di applicazioni che sono abituato ad aprire e usare normalmente anche sul PC di casa o d’ufficio (equipaggiati anch’essi con più di 1GB: 2GB e 1,5GB rispettivamente).

Sì, la tastiera ha meno tasti, che sono pure più piccoli (il 90% circa) rispetto a quelli tradizionali, ma ci si abitua abbastanza in fretta, e non si commette più la valanga di errori dei primi tempi. D’altra parte l’evoluzione ci ha resi capaci di adattarci alle situazioni che ci si presentano davanti: oggi la nostra società non sarebbe la stessa, se così non fosse stato.

Per un programmatore la tastiera è l’elemento indispensabile, per cui una scarsa e/o poco confortevole lascia il segno in termini di produttività (e di imprecazioni). Il fatto di aver scritto tanta roba (come, ad esempio, quasi tutto l’ultimo articolo sull’ODF) con questo “catorcio”, la dice lunga sulla consistenza delle critiche che vengono mosse ai netbook.

Critiche che personalmente trovo sempliciotte e strumentali, tante volte pure dettate da fanatismo. Giusto per essere chiari: se mi trovo bene o male col mio netbook, ne saprò certo io qualcosa; non è che se altri hanno avuto esperienze negative (e bisognerebbe analizzarne le cause), ciò lo si possa estendere alla totalità dei casi, compreso il mio. Con ciò non ho nessuna intenzione di sminuire o addirittura ribaltare il mio giudizio solo perché un amico la pensa diversamente; l’esperienza che riporto è la mia, e saprò bene qual è il feeling che mi lega a quest’oggetto.

Certamente i netbook hanno i loro limiti, ma di ciò ne ero ben consapevole prima. Se ho preso un netbook, pur dovendoci lavorare come programmatore (portandomi dietro il lavoro principalmente, i miei progetti, la loro base dati, ma anche i miei hobby), è perché mi serviva esattamente questo prodotto. Quindi né un notebook né tanto meno un PC desktop. E ribadisco senza se e senza ma che ne sono pienamente soddisfatto, perché era proprio quello che cercavo e che mi ha dato i risultati che mi aspettavo.

Se avessi voluto altro… avrei scelto altro, appunto. Non so quanti abbiano provato quest’esperienza e se sono d’accordo o meno coi miei giudizi, per cui mi piacerebbe sapere come vi trovate, o cosa ne pensate, da programmatori e non (tra parentesi, ho fatto girare anche AROS sulla VirtualBox, per un futuro articolo su quest’emulo di AmigaOS a cui sto lavorando).

P.S. Onde evitare equivochi e inutili polemiche, preciso che non ho nulla contro Apple e il suo iPad. Se ci sono delle battute, prendetele per quelle che sono: battute, appunto. Il discorso su iPad è servito esclusivamente per introdurre una mia riflessione sui netbook e dell’uso che ne faccio come programmatore, appunto.

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