Non sono mai stato un fan dei telefoni che fanno di tutto. Per quanto mi ritenga un grande appassionato di tecnologia non sono mai rimasto particolarmente colpito da quel tipo di oggetti. Per diverso tempo li ho snobbati completamente. Probabilmente la mia antipatia nei confronti dei cellulari è stata alimentata dal fatto che ho sempre considerato quei gingilli costosi e superaccessoriati come un’estensione artificiale dell’ego di chi li possedeva piuttosto che come strumenti utili.
Avete mai fatto caso che l’ “italiano medio” è ben disposto a spendere 600€ per un telefonino mentre storce il naso di fronte alla stessa cifra per un PC?
Il telefono cellulare, inutile nasconderlo, è stato sin dagli albori uno “status symbol”… prima si faceva gara a chi ce l’aveva più grosso, poi a chi ce l’aveva più piccolo passando per le sfide all’ultimo megapixel della scadente fotocamera integrata. I telefonini in Italia sono reclamizzati da sempre da belle modelle in vestiti succinti e forse tanto è bastato decretarne il successo nazionale.
Il mio scetticismo è rimasto forte e costante fino al lancio di iPhone. Per la prima volta davanti alla presentazione di un telefonino sono rimasto impressionato: un’interfaccia consistente, la possibilità di navigare su internet con estrema naturalezza, un lettore musicale di primo livello e tutto quel luccichio con cui Apple riesce a far scendere la mascella anche al più accanito dei detrattori.
Questo però non vuole essere l’ennesimo pezzo su come iPhone abbia cambiato il concetto di telefono cellulare. Oggi voglio parlare di come uno smarthphone mi ha cambiato un venerdì sera. :D
Lo scenario è quello di cinque amici in un pub che si ritrovano a sorseggiare una birra e a parlare del più e del meno. Ad un certo punto della serata un mio amico e compagno universitario ha sfoderato dalle tasche un HTC Desire nuovo di zecca.
Avendo sentito parlare molto bene sia del dispositivo che del sistema operativo google Android che ci gira sopra gli ho chiesto di farmelo provare. Dopo aver capito come sbloccare lo schermo ho iniziato in maniera abbastanza impacciata a tirare ditate per esplorare un po l’ambiente (non sono mai stato particolarmente abile con dispositivi touch).
Dopo aver girato tra rubrica, messaggi, registro chiamate ho iniziato a chiedermi… siamo sicuri che valga la pena spendere 500€ per un telefono?
Determinato a trovare qualcosa che mi potesse far cambiare idea a riguardo ho avviato l’applicazione google maps per android. Dopo aver girato tutto il mondo svariate volte con un dito ho chiesto così per scherzo agli altri se conoscevano la capitale della Tanzania. Dopo aver sentito i più assurdi nomi di città mai concepiti e aver verificato telefono alla mano che tutte le nostre ipotesi erano completamente sballate abbiamo continuato questo semplice gioco per un po’ di tempo.
Presi da quello spirito di competizione ludica tanto ingiustificato quanto dannatamente divertente abbiamo iniziato a cercare con il browser dello smartphone qualche indovinello su cui spaccarci la testa. Detto fatto abbiamo passato un paio d’ore tra micce bruciate, monaci contagiati e ottima birra.
Alla fine della serata sono giunto alla personale conclusione che tutto ciò che separa il mio fido Nokia 1100 da uno smarthphone moderno è la possibilità di poter accedere al web. Avere una quantità infinita di informazioni sempre a portata di mano per poter fare ciò che più ci aggrada è secondo me l’unico motivo valido per un acquisto del genere. Le applicazioni specifiche, i giochi e le interfacce animate sono solo un simpatico, gradevole e marginale contorno.
Voi cosa ne pensate?