All’università di Melbourne, Australia, stanno finendo di sviluppare un chip di 5 millimetri di lato che consentirà di trasmettere dati alla velocità di 5 Gigabit al secondo nel raggio di 10 metri, oltre 20 volte lo standard bluetooth 3.0 (che però è ancora solo teorico) e quello Wireless Usb, che è analogo a usb 2.0.
Praticamente sarà possibile trasferire un DVD tra due device in pochi secondi. A questo punto parlare di Bluetooth 3.0 è decisamente ironico: a inizio 2009 il GiFi sarà pronto per il debutto al pubblico, i chip costeranno circa 10$ e le antenne necessarie sono larghe soltanto un millimetro. C’è di più.
Questa tecnologia ha uno switch che permette di evitare interferenze tra trasmettitore e ricevitore. Sono pronto a scommettere che i cellulari la adotteranno subito: un po’ perché i cellulari sono early-adopter di molte nuove tecnologie, un po’ perché la fame di velocità trasmissiva è sempre alta, specie al crescere delle memorie di storage e delle risoluzioni di fotocamere e videocamere incorporate, e un po’ perché la gente è veramente stufa dei cavi e plaude al wireless (qualsiasi wireless) come una liberazione.
Una volta adottata dai cellulari il passo successivo saranno i computer, interlocutori principali dei telefonini: altrimenti come si farebbe a scaricare sul Pc le foto divertenti fatte per strada? Poiché però i Pc vanno trasformandosi in media center, potrebbe avere un senso installare questi chip anche sui televisori, e sugli impianti home theater, tanto ormai anche audio e video viaggiano direttamente in digitale. Nel raggio di 10 metri potremmo avere una larghezza di banda inimmaginabile al giorno d’oggi e nessun antiestetico e arcaico cavo.
Lo scenario più probabile è che, adottata in massa questa tecnologia, i ricercatori abbiano abbastanza stimoli da migliorarne la portata: sicuramente non al livello di WiMax e WiBro, che hanno anche usi differenti, ma quantomeno al livello da farlo diventare un nuovo grande standard di trasmissione dati a corto raggio, così come oggi è Bluetooth. Non è peraltro un caso che Bluetooth abbia deciso di legare il suo destino a quello di WiFi: insieme qualche speranza di sopravvivenza c’è, giacché le distanze in gioco assumono scale diverse.
Per concludere la panoramica delle meraviglie promesse da questo chip, è doveroso citare che opera intorno a una frequenza di 60Ghz, che al momento è pressoché inutilizzata da nessuna altra tecnologia, e che il consumo medio è meno di 2 watt. Insomma, ci sono tutti gli elementi per una rivoluzione.