Il recente movimento nel mercato e-book, accelerato dal lancio di iPad, ha dato vita a un grande fermento nel mercato editoriale. Ripartiamo da alcune considerazioni di scenario lanciate nel corso di un’analisi di qualche mese fa:
- nella migrazione ai formati digitali, gli editori hanno bene a mente gli errori commessi dalle major discografiche: in un momento di totale fluidità del mercato, hanno abbastanza alternative da non voler accettare alcuna imposizione da parte di Amazon sui prezzi;
- la leadership di Amazon+Kindle insiste in un mercato ancora immaturo;
- i numeri di Kindle rispetto al potenziale del nascente mercato e-book, sono troppo esigui per farne uno standard de facto;
- il modello di business di Amazon, che prevede un’integrazione verticale fra store ed e-book reader, non è l’unico possibile: gli editori potrebbero decidere di fare tutto in casa.
Un elemento non di poco conto si è chiarito nel frattempo: iBook è stato integrato in iPad non come funzione preinstallata (alla stregua di calendario, client mail etc.) ma come un’App da scaricare a parte.
Dietro questa scelta c’è un motivo strategico e uno tecnico: integrare iBooks nell’iPad, pur non escludendo la presenza di store terzi sotto forma di applicazione, avrebbe avuto un ruolo intimidatorio nei confronti di editori ed e-tailers, mettendoli di fronte a un aut-aut. Dal punto di vista tecnico poi, l’evoluzione di un’app è molto più agile rispetto a quello di una feature integrata, i cui ritmi sono scanditi dalle nuove release di iPhone OS.
Nel frattempo iPad ha venduto nei primi 28 giorni circa 1 milione di unità, contro i 3 milioni circa di Kindle venduti dal 2007 ad oggi, il che la dice lunga sul residuo potenziale del mercato e-book citato nel punto 2).
In questo scenario, ancora molto fluido, s’inserisce la mossa di tre editori italiani (Feltrinelli, Messaggerie Italiane ed RCS Libri) di sviluppare una piattaforma distributiva propria, un repository con varie opzioni DRM per la protezione delle opere.
La piattaforma Edigita, sviluppata col contributo del CEFRIEL (PoliMI), promette il supporto ePub e PDF e una disponibilità entro la fine dell’anno di 1400 titoli di cui 400 novità. L’intenzione dei tre editori capofila è quella di mantenere la piattaforma aperta all’ingresso di altri editori e alla collaborazione di e-commerce italiani e stranieri.
Pur non avendo capito esattamente in cosa si concretizzerà la vendita tramite e-commerce terzi (accordi esclusivi? sub-repository personalizzati?), mi pare molto interessante l’approccio descritto da Riccardo Cavallero, direttore Generale Libri Trade Mondadori: “La scelta è per una architettura aperta sia come strumenti di lettura, rendendo fruibili i nostri ebook su tutti i device, sia come distribuzione, infatti non venderemo direttamente ma attraverso gli operatori e-commerce italiani e stranieri […]”.
In particolare una visione aperta ad altri editori e indipendente dal singolo dispositivo, mi pare molto azzeccata in un momento di assoluta fluidità del mercato. Altrettanto ritengo valida la decisione di non confinare l’offerta a un dispositivo brandizzato, da porre in concorrenza coi “carrarmati” USA di Apple e Amazon.
Il che conferma la validità di quanto affermato nella seconda parte dell’analisi sulle conseguenze dell’iPad nell’editoria:
Conseguenza per nulla imprevista o indesiderata (da Apple) di questo rinnovato peso contrattuale degli editori, sarà l’allineamento dei prezzi degli e-book su tutti i dispositivi, dunque lo spostamento della partita nel campo favorito da Apple: quello dei dispositivi.
Iniziative come Edigita spingono proprio nella direzione di aumentare il peso contrattuale degli editori, da un lato avvicinandoli al fronte caldo del mercato, dall’altro sottraendoli alla morsa degli e-tailer, con particolare riferimento alle condizioni “rapaci” imposte da Amazon, che Apple ha cavalcato a suo favore.
Rimangono in piedi alcune questioni che solo nei prossimi mesi si chiariranno: ha ancora senso l’integrazione esclusiva e-reader catalogo? Se no, quanto mercato c’è per nuovi dispositivi “indipendenti”? E quanto senso ha per una Amazon o una B&N aprire i propri dispositivi a piattaforme terze? E infine, come dovranno ristrutturarsi gli e-tailer davanti al proliferare di iniziative analoghe rispetto ad Edigita?