Fin dai tempi di Nap… – ehm – iTunes, corpose collezioni musicali si sono accumulate sugli hard disk di milioni di personal computer. Pur se parzialmente portate in giro da milioni di player mp3, le varie cartelle “Musica” o “MyMusic” sono soggette a una regola aurea: più sono grandi, meno sono, principalmente per motivi di tempo, ascoltate.
JukeFly si propone di risolvere questo problema rendendo la propria musica fruibile da qualunque PC connesso ad Internet. Come? Trasformando, con un’applicazione client (ahimè solo per Windows) da 1.5 mbyte, il proprio PC in un piccolo streaming server, in grado di trasmettere, banda permettendo, qualunque pezzo della propria collezione.
L’unico limite del programma, è che per ora supporta solo due flussi contemporanei: non si potrebbe fare di meglio senza usare streaming server intermedi, con più banda a disposizione ma anche più costi e più rischi legali connessi. Per inciso, quello degli streaming server intermedi è il paradigma usato da Anywhere.fm, programma analogo nella funzionalità ma che richiede l’uploading preventivo della musica che si desidera ascoltare online.
L’idea è buona e la funzionalità pare del tutto accettabile con file codificati anche a più di 128kbit: sono riuscito ad ascoltare musica con una 4mbit/256 lato server e UMTS su notebook lato client (non senza qualche preventivo intoppo nella configurazione di router e firewall software). I formati supportati sono quelli non crittografati di iTunes, mp3 e OGG Vorbis.
Non per sottovalutare la fantasia dei nostri lobbisti e legislatori, ma il modello proposto da JukeFly mi pare difficilmente attaccabile dalle Recording Associations: anche riuscendo ad intercettare i flussi a livello ISP, come dimostrare che provengano da materiale illecitamente scaricato?
Fonte: TechCrunch