Un recente studio della Sheffeld Hallam University, condotto dallo studioso Will Reader, proverebbe che per avere (veri) amici Internet non è affatto lo strumento giusto, in quanto si aumentano sì il numero di persone con cui si hanno relazioni, ma queste non sono profonde.
Secondo lo studioso l’incontro faccia a faccia resta la discriminante fondamentale per la creazione di un buon rapporto sociale, che in assenza di questa dimensione fisica non riesce ad evolversi e divenire più intimo.
Su 200 persone intervistate si è rilevato che mediamente ogni persona ha un rapporto intimo e profondo con 5 persone, indipendentemente dal fatto che abbia o no una vita sociale anche online. Appare quindi evidente che l’essere attivi online non modifica affatto la composizione del proprio gruppo sociale intimo, che si frequenta fisicamente.
Personalmente penso sia abbastanza evidente ed ovvio che è molto difficile costruire relazioni intime e profonde usando solo il mezzo Internet. Innanzitutto perché è da qualche migliaio di anni che gli uomini socializzano in modo perlopiù diretto. Poi perché la rete è strumento di comunicazione di alcuni linguaggi, ma non tutti. La comunicazione faccia a faccia, invece, è costituita da molti più linguaggi, il che le conferisce maggiore profondità.
Ciò che però mi pare altrettanto vero è che Internet dà molte opportunità di conoscersi che prima non c’erano. Internet consente di stringere rapporti e avviare una conoscenza tra persone in modo molto più veloce e mirato, che potranno poi evolversi “offline” e quindi rientrare nel novero delle 5 persone intime citate dallo studio.
Internet, in particolare i siti di social networking, ci mettono quindi immediatamente in contatto con moltissime persone, rendendo quindi inevitabile una strutturale superficialità nella gran parte delle relazioni che tessiamo con esse. Come possiamo davvero essere intimi di tutte le decine, se non centinaia, di “amici” che abbiamo su Facebook? Del resto proprio in Facebook è nata un’applicazione che si chiama “Super Friends” e che serve a distinguere gli amici “veri” da quelli “meno veri”: la serie A dalla serie B.
Penso che nessuno sia davvero così affrettato nel ritenere che un rapporto interamente nutrito online possa essere equiparato ad uno “dal vivo”, ma allo stesso tempo noto spesso fortissimi pregiudizi nei confronti delle conoscenze fatte online che, invece, se sviluppate in contesti faccia a faccia non hanno niente da invidiare ad altre forme di incontro e relazione.
Del resto il noto antropologo Robin Dunbar ha sagacemente rilevato che il social networking online altro non è che la naturale evoluzione del primordiale bisogno di avere uno spazio preciso all’interno del gruppo, nel quale stabilire relazioni. Dato che oggi “il gruppo” si è enormemente allargato rispetto a qualche anno fa, i siti di social networking non fanno altro che fornire lo strumento per continuare a mantere le relazioni. Niente di più naturale, insomma.