Questa volta non fanno male, i cellulari. Ancora uno studio che vuole far luce sugli effetti delle radiazioni dei telefonini sul nostro corpo, e più precisamente sul nostro cervello.
A cimentarsi è stata la Tokyo Women’s Medical University che ha studiato i casi di 1005 pazienti, di cui 322 affetti dai tre tipi di tumore al cervello più comune (glioma, meningioma e adenoma pituitario). Analizzando ogni caso in base al numero di anni di utilizzo e il tempo trascorso a conversare giornalmente, secondo le abitudini di ciascuno si è è fatta la curiosa scoperta che ogni cellulare agisce in aree diverse del cervello ma soprattutto si è concluso che non esistono correlazioni tra telefonini e tumori. Sarà vero?
Intanto non riesco proprio a capire perché quando vengono diffusi questi studi, si fa sempre attenzione a scrivere il nome di chi li ha condotti (che comunque non è sbagliato, così quando leggo il nome di Umberto Veronesi rivolgo la mia attenzione altrove) ma ci si dimentica sempre di riportare il nome del committente (quello con i soldi).
Sono un blogger non sono un oncologo, quindi di tumori non capisco niente, ma in quanto blogger sono obbligato a mostrare senso critico, e il mio senso critico mi dice che, al di là della veridicità o meno del verdetto, questo studio così come è, o almeno così come viene divulgato (che è molto più importante) non ha senso.
Le cause dei tumori persi in considerazione sono altre, mi fido, ma è impensabile sviluppare un quadro clinico completo di un paziente, semplicemente controllando i suoi tabulati telefonici. Così magari i cellulari non sono la principale causa, ma se per caso fossero una delle possibili concause questo studio non può rivelarlo.
La scienza conosce l’effetto delle microonde e ci dice che possono essere cancerogene, ma ci spiega anche che i telefoni cellulari non sviluppano un campo elettromagnetico abbastanza potente da essere pericoloso. Non metto assolutamente in dubbio questo, però voglio provare a ragionare un po’ più nei dettagli, sempre avvalendomi di verità scientifiche riconosciute.
Le cause dei tre tumori studiati dalla Tokyo Women’s Medical University , non sono conosciute dalla madicina, però sappiamo degli effetti che hanno le microonde sul nostro corpo. Esattamente come avviene nei forni a microonde, il cellulare fa vibrare le molecole di acqua presenti nelle nostre cellule, che per effetto dell’attrito producono calore.
Il surriscaldamento delle cellule, si chiama molto semplicemente ustione (o cottura nel caso del forno) e il corpo, quando si arriva vicini a temperature che potrebbero provocare danni, produce una gran quantità di proteine nell’area stressata, le quali serviranno a difendere le cellule e a riparare quelle parzialmente danneggiate.
Ora vi dirò in modo molto banale una nozione medica che non tutti sanno: tutti sviluppiamo quotidianamente cellule tumorali. Non allarmatevi, è tutto perfettamente normale e non c’entrano l’elettrosmog o le nanopolveri: è un processo fisiologico e il nostro corpo sa come comportarsi. Quando ci si ammala di tumore, sempre molto banalmente, è perché il nostro corpo, per cause a seconda del caso diverse, ha perso il controllo di uno di questi “focolai” di cellule impazzite.
Tornando agli effetti delle microonde, se nell’area surriscaldata si trovano cellule tumorali, potrebbero anche queste beneficiare delle proteine e quindi irrobustirsi.
Come ho detto all’inizio un telefono cellulare non è sufficientemente potente per provocare innalzamenti di temperatura del nostro cervello tali da essere preoccupanti. Ma se io avessi abbastanza soldi da poter porre una domanda a un ricercatore chiederei cosa succede al mio cervello se mentre parlo col telefonino sono davanti al monitor, vicino al mio pc e al router wifi, con un ripetitore GSM a 100 metri dalla mia abitazione che tiene attive 60 conversazioni alla volta, e tutto questo per anni. Sappiamo che un cellulare sviluppa microonde con 1 watt di potenza, ma circondati dall’elettricità e dai sistemi di comunicazione, qual’è la media della potenza assorbita dal nostro corpo quotidianamente e con quali picchi? A queste domande non mi risulta abbia mai risposto nessuno.
La diatriba sui rischi per la salute dovuti alla telefonia mobile è a dir poco grottesca. Il proliferare di tesi dimostrate in modo decisamente poco accademico o divulgate in modo poco chiaro al di fuori della comunità scientifica, può esser dovuto ai grandi interessi economici e alle leggi inadeguate che regolamentano l’elettrosmog che fanno sorgere tanti dubbi. Ma l’aspetto più grottesco della faccenda sono sempre i comitati contro i ripetitori. Mobilitarsi contro il nuovo ripetitore, tutti insieme appassionatamente con il cellulare in tasca è semplicemente patetico.