Nella serata di ieri è andato in onda un importante evento web dal vivo, definito il più grande in Italia dagli organizzatori, con 125.000 utenti connessi contemporaneamente. La serata, maturata dopo il provvedimento che ha sospeso le trasmissioni televisive di approfondimento politico in vista delle elezioni regionali, ha visto la partecipazione di alcuni giornalisti, fra cui alcune delle “punte” della RAI e di La7, di un dirigente RAI ed alcuni personaggi dello spettacolo.
Non m’interessa entrare nel merito dei contenuti della trasmissione, su cui è giusto che ci siano opinioni diverse. Mi piacerebbe piuttosto avviare qualche riflessione scaturita da questa che, comunque la si pensi, rappresenta una tappa importante per la comunicazione e il web italiano.
La trasmissione ha dispiegato tutti i media alternativi ai pochi gruppi dell’emittenza nazionale analogica e ha tratto pieno vantaggio dagli strumenti messi a disposizione dal web: diretta web, digitale terrestre, Sky, YouDem e TV locali, col supporto dei social network Facebook e Twitter.
Secondo Il fatto quotidiano, il costo dell’intera trasmissione è stato di € 120.000, al netto della partecipazione gratuita di un centinaio di collaboratori tecnici e organizzativi. Un costo comunque significativamente inferiore ai 230.000 Euro necessari per una puntata TV di AnnoZero.
Agli effetti pratici si è dunque trattato di una contro-trasmissione, sviluppata con tutti gli strumenti alternativi all’emittenza tradizionale. Una contro-trasmissione che, sotto il cappello della manifestazione sindacale organizzata dall’USIGRAI, salta fuori da una somma di media perlopiù ancora estranei al controllo politico che, da 50 anni a questa parte, presidia l’emittenza televisiva e radiofonica.
Il che mi fa temere che nei prossimi giorni osserveremo notevoli acrobazie, magari bipartisan, per mettere frettolosamente la mordacchia a simili iniziative. Già, perché, come giustamente sostiene Luca Telese, ““Se è accaduto una volta, si potrebbe ripetere anche in futuro”, con effetti molto sgradevoli per una classe politica – nella sua totalità – abituata a mantenere un saldo controllo su quel 70% di italiani che, ancora nel 2010, formano la loro opinione solo tramite la TV.
In attesa che un dato aggregato di tutta l’audience del programma venga presentato, mi domando poi come interpretare la proporzione fra i 5 milioni e più che ogni giovedì vedono AnnoZero (dati Auditel) e i 125.000 che hanno seguito ieri notte la diretta web. Supponendo che gli interessati alla versione TV lo fossero anche alla versione web, solo uno spettatore TV su 40 è capace di comprendere, consapevole di, in grado di accedere a, una diretta web?
Diciamo che la metà dell’audience sia riuscita ad accedere alla diretta tramite canali non web: rimaniamo comunque su un rapporto 1 a 20 che la dice lunga o sull’attendibilità dei dati Auditel, o sulla familiarità dell’italiano medio con strumenti che non siano la TV analogica.
UPDATE: secondo Repubblica.it, la trasmissione di Santoro avrebbe totalizzato un 13% di share in tutti i canali in cui è stata trasmessa (inferiore rispetto allo share televisivo). Vi invito a leggere la fonte ma continuo a rimanere scettico sui metodi di rilevazione – particolarmente applicati a media eterogenei – che credo non rendano giustizia alla portata dell’evento.